Il sottosegretario agli Esteri pentastellato Di Stefano: "Un Paese terzo non può determinare le politiche interne di un altro". L'omologo del Carroccio: "Vogliamo nuove elezioni con osservatori indipendenti". Liberata l'attivista italiana Laura Gallo
Il governo italiano si spacca anche sul Venezuela. Mentre il Parlamento europeo ha riconosciuto Juan Guaido come "legittimo presidente ad interim" e ha chiesto a tutti i Paesi dell'Unione europea di fare la stessa cosa, M5s e Lega, i cui eurodeputati si sono astenuti dal voto, si sono schierati su posizioni diametralmente opposte.
"L'Italia non riconosce Guaido perché siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro Paese. Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni unite", ha detto il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano (M5s). "Oggi il più grande interesse che abbiamo – ha aggiunto Di Stefano – è quello di evitare una nuova guerra in Venezuela. Stesso errore che è stato fatto in Libia oggi riconosciuto da tutti". Ma il suo omologo leghista Guglielmo Picchi non ha dubbi: "Maduro? Convochi nuove elezioni autorizzando osservatori indipendenti magari mandando l'Osce ed Odihr ad operare fuori teatro. Lega considera la presidenza Maduro terminata".
Intanto l'Alta rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Federica Mogherini, ha annunciato la creazione di un gruppo di contatto internazionale di Paesi europei e latinoamericani per tentare di metter una fine pacifica alla crisi politica in Venezuela entro 90 giorni. La diplomatica ha detto che il gruppo punterà a "costruire fiducia e creare le condizioni necessarie a un processo credibile" che "consenta al Venezuela di determinare il proprio futuro attraverso nuove elezioni".
I senatori M5S della Commissione Affari Esteri di Palazzo Madama hanno commentato così l'astensione degli europdeputati pentastellati: "Il riconoscimento di Guaidò come presidente legittimo da parte del Parlamento europeo è un atto politico che rischia di destabilizzare e far precipitare la crisi venezuelana, rendendo più difficile il dialogo e una soluzione negoziale. L'astensione degli europarlamentari del Movimento 5 Stelle deve rimanere agli atti come posizione di responsabilità e di rifiuto ad ogni ingerenza esterna. Ci auguriamo che l'Alto rappresentante per la politica estera europea, Mogherini, non segua questa pericolosa strada che rischia solo di gettare benzina sul fuoco".
Anche alcuni eurodeputati del Pd si sono astenuti dal voto, ma il partito dem, tramite Piero Fassino, si dice d'accordo invece con l'Unione Europea, mentre Michele Anzaldi chiede chiarezza ai colleghi che si sono astenuti.
Liberata Laura Gallo – È stata liberata in Venezuela l'attivista italiana Laura Gallo. Lo ha fatto sapere il giornale Yaracuy Al Día, su Twitter, scrivendo che Gallo è stata scarcerata per motivi di salute
Guaido e gli incontri con l'esercito – In Venezuela "la transizione richiederà il sostegno di cruciali rappresentanze militari. Abbiamo avuto incontri clandestini con membri delle forze armate e delle forze di sicurezza. Abbiamo offerto l'amnistia a tutti coloro che verranno riconosciuti non colpevoli di crimini contro l'umanità", ha rivelato in un articolo pubblicato sul New York Times il leader dell'opposizione venezuelana, autoproclamatosi la scorsa settimana presidente del Venezuela in aperta sfida al presidente socialista in carica Nicolas Maduro. "Il ritiro del sostegno dell'esercito a Maduro è cruciale per rendere possibile un cambiamento di governo e la maggioranza di coloro che sono in servizio è d'accordo sul fatto che le recenti difficoltà del Paese sono insostenibili", ha aggiunto Guaido, concludendo che "Maduro non ha più il sostegno del popolo".
Stampa straniera nel mirino – Intanto, nel Paese in piena crisi politica, viene presa di mira anche la stampa straniera. arrestati e trattenuti per due giorni. Lo ha fatto sapere su Twitter l'ambasciatore francese in Venezuela, Romain Nadal. "Molto felice di rivedere i nostri compatrioti", ha scritto il diplomatico, "sollevati e un po' affaticati", "stanno bene e lasceranno il Venezuela tra poche ore". Quando sono stati fermati a Caracas, martedì, filmavano il palazzo presidenziale. Anche la testata Tmc per cui i due reporter lavorano ha dato notizia della liberazione, sul profilo Twitter della trasmissione Quotidien: "Felici di annunciarvi che Baptiste des Monstiers e Pierre Caillé sono stati liberati e presto saranno di ritorno a Parigi". Con loro è stato fermato anche il loro produttore nel Paese, Rolando Rodriguez.
Due colleghi cileni Rodrigo Pérez e Gonzalo Barahona che lavorano per la tv cilena TVN, sono stati arrestati sempre martedì sera vicino al palazzo presidenziale ed espulsi mercoledì sera; il loro arresto era avvenuto insieme a quello di due giornalisti venezuelani, Mayker Yriarte e Ana Rodriguez della tv VPI, poi rilasciati mercoledì mattina. Poco dopo sono stati arrestati anche tre giornalisti dell'agenzia di stampa spagnola EFE.
Infine la direttrice dell'ufficio di Caracas dell'agenzia spagnola EFE, Nelida Fernandez, ha annunciato ad AFP nella serata locale di mercoledì che due suoi colleghi erano stati arrestati; si tratta dell'operatrice video colombiana Mauren Barriga, del giornalista spagnolo Gonzalo Dominguez e del fotografo colombiano Leonardo Muñoz.
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