Con il patto si riaprono i dipartimenti del governo bloccati per tre settimane

 "Abbiamo raggiunto un accordo per porre fine allo shutdown", ha annunciato Donald Trump, intervenendo dal Giardino delle rose della Casa bianca. "Firmerò un decreto per riaprire le attività governative fino al 15 febbraio e farò in modo che tutti i dipendenti ricevano gli arretrati quanto prima, rapidamente", ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti.

Trump e il Congresso hanno raggiunto un accordo per porre fine temporaneamente allo shutdown, riaprendo il governo e continuando colloqui sulla richiesta del tycoon di finanziare la costruzione del muro al confine tra Messico e Usa. Con il via libera di Trump, il patto consentirà di riaprire i dipartimenti del governo bloccati per tre settimane, rimandando a dopo la questione dei 5,7 miliardi di dollari necessari per il muro.

Stando alla Cnn, che cita una fonte della Casa Bianca, per la decisione di Trump di cedere sul muro hanno giocato un ruolo chiave i ritardi registrati in giornata a LaGuardia. All'aeroporto di New York si sono registrati forti ritardi nei voli per la carenza di controllori di volo dovuta allo shutdown. La Federal Aviation Administration (Faa), cioè l'agenzia del governo Usa che si occupa dell'aviazione civile, ha fatto sapere di essere stata costretta a bloccare temporaneamente i voli in arrivo al La Guardia, che alla ripresa del traffico aereo verso lo scalo hanno subito ritardi in media di un'ora e mezza mentre anche i voli in partenza sono stati coinvolti dai disagi. Di conseguenza anche nei vicini aeroporti di Newark, nel New Jersey, e di Filadelfia, in Pennsylvania, si sono registrati problemi. Un portavoce della Faa ha detto che i ritardi sono stati causati da un "lieve aumento dei lavoratori in malattia". Al LaGuardia i ritardi hanno coinvolto 158 voli in partenza e 154 voli in arrivo mentre solo qualche volo è stato cancellato, secondo il sito che monitora il traffico aereo FlightAware.

Donald Trump, però, non rinuncia al muro al confine con il Messico e ha subito minacciato di avviare un nuovo shutdown a partire dal 15 febbraio se entro quella data non si troverà un'intesa per finanziare l'opera. "Non abbiamo altra scelta se non quella di costruire un muro o una barriera in acciaio. Se non arriveremo a un accordo con il Congresso, o il governo sarà di nuovo chiuso il 15 febbraio o utilizzerò i poteri che mi sono conferiti dalla legge e dalla Costituzione per rispondere a questa emergenza", hadetto nel discorso che ha tenuto dal Giardino delle rose della Casa Bianca. Da settimane il tycoon parla della possibilità di usare la sua autorità presidenziale per dichiarare un'emergenza al confine tra Usa e Messico, il che gli permetterebbe di finanziare il controverso progetto del muro utilizzando dei fondi destinati ad altro e che non richiedono l'approvazione del Congresso. "Come tutti sanno, ho un'alternativa molto potente ma non la utilizzerò in questo momento".

 

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