Scontro tra vicepremier. Il pentastellato assicura assistenza ma attacca l'Ue, inamovibile il leghista. La piccola nave con 32 migranti a bordo da due settimane è stata soccorsa ma non ha avuto l'ok all'attracco. Un migrante si è butta in mare per la disperazione
Scontro tra i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini sul destino della Sea Watch 3, l'imbarcazione che ormai da 14 giorni attende l'assegnazione di un porto sicuro per le 32 persone – donne, uomini e bambini – salvate nel Mediterraneo Centrale il 22 dicembre scorso. Il pentastellato ha lanciato un appello a Malta: "Faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia. Li accoglieremo. Siamo pronti ancora una volta a dare, come sempre, una lezione di umanità all'Europa intera". Ma il messaggio non è piaciuto al leghista, che anche se indirettamente, ha negato le affermazioni del collega: "Una nave tedesca e una nave olandese, in acque maltesi. Ma ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l'Italia. Possiamo inviare a bordo medicine, cibo e vestiti, ma basta ricatti. Meno partenze, meno morti. Io non cambio idea".
Anche il governo maltese non ha apprezzato le parole di Di Maio e gli ha raccomandato di "valutare i fatti prima di fare dichiarazioni pubbliche ed evitare di farne di simili in futuro". In una nota rilanciata su Twitter, il ministro degli Interni di Malta Michael Farrugia sottolinea che "il salvataggio è avvenuto più vicino all'Italia che a Malta e, anche se l'Ong ha chiesto all'Italia un porto sicuro, l'Italia si è rifiutata", e per questo "la nave è stata forzata a navigare ulteriormente, allontanandosi dal punto di soccorso, cercando rifugio nelle acque territoriali maltesi". Il ministro ricorda che "l'Italia ha chiuso tutti i suoi porti a tutte le Ong, e anche ad altri salvataggi dove l'Italia avrebbe dovuto agire, secondo quanto stabiliscono le norme internazionali".
L'apertura del leader M5s è arrivata dopo che uno dei migranti a bordo della Sea Watch 3, in preda alla disperazione, si è buttato in mare per raggiungere la costa a nuoto. "Uno dei nostri ospiti – racconta l'ong su Twitter – si è lanciato in acqua per tentare di raggiungere Malta. Pochi minuti dopo era di nuovo a bordo, sapeva che non ce l'avrebbe fatta. Sono stati in mare per oltre 14 giorni, hanno mesi di detenzione in Libia alle spalle. Ecco come è fatta la disperazione".
Di Maio non manca però di attaccare l'Unione Europea: "Due navi ai confini dell'Europa. Ancora una volta solo l'Italia viene chiamata in causa. Malta non fa attraccare le imbarcazioni nonostante siano nelle loro acque territoriali a un miglio dalla costa. Tutta l'Europa se ne frega. Non possiamo continuare a cedere a questo ricatto. Ma per me nessun bambino con la sua mamma può continuare a stare in mare ostaggio dell'egoismo di tutti gli Stati europei". E assicura che, con le prossime elezioni europee, la situazione cambierà.
Ma Salvini non è della stessa idea, nonostante Di Maio si sia già mobilitato con il premier Giuseppe Conte perché inizino i contatti con Malta. "Ad accogliere – tuona il ministro dell'Interno su Facebook – dovrebbe essere la nostra Italia che ha già accolto quasi un milione di persone negli ultimi anni, la nostra Italia dove più di un milione di bambini vive in condizioni di povertà assoluta. Il traffico di esseri umani va fermato: chi scappa dalla guerra arriva in Italia in aereo, come già fanno in tanti, non con i barconi".
Intanto anche il Consiglio d'Europa spinge per trovare al più presto una soluzione. "Gli Stati – ha twittato Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani – non devono tardare ad offrire un porto sicuro per bambini, donne e uomini a bordo di #SeaWatch3 e #SeaEye. La loro salute e sicurezza non deve essere messa a rischio lasciandoli alla mercé del mare. Umanità e compassione devono prevalere".
In giornata l'imbarcazione ha ricevuto soccorsi da parte di Sea Watch e Mediterranea, nell'ambito dell'Alleanza United4Med. Questa missione congiunta ha portato supporto logistico e materiale alla nave, consentendo il cambio equipaggio e i rifornimenti e ha avuto lo scopo di sensibilizzare Berlino, Malta, l'Italia e gli altri Paesi europei sulla situazione in cui si trovano ancora le persone a bordo della Sea-Watch 3 e dalla Professor Albrecht Penck di Sea-Eye. "Questa iniziativa – si legge nel comunicato dell'Alleanza United4Med – ribadisce inoltre, e soprattutto, che le navi che salvano le vite in mare non sono sole, che tanta parte della società civile europea non si rassegna alla disumanità e alla violenza dell'indifferenza".
E proprio secondo questo spirito Andrea Maestri della segreteria nazionale di Possibile ha annunciato una mobilitazione giuridica e social per garantire un porto ai migranti della Sea Watch. "Noi pensiamo che i diritti umani vadano presi sul serio e la loro flagrante violazione richieda l'impegno straordinario di ogni cittadino. Per questo abbiamo preparato il testo di una diffida che tutti possono stampare in 2 copie, compilare e firmare", ha affermato Maestri e sul sito possibile.com è infatti stato messo a disposizione il testo-base della diffida da compilare.
Nel dibattito è entrato anche lo scrittore Roberto Saviano, che ha attaccato Salvini: "Smetti di fare il pagliaccio sulla pelle delle persone. Apri i porti. Basta con questa becera propaganda, basta fare campagna elettorale sulla pelle degli ultimi! #seawatch #seaeye".
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