L'Alto commissariato per i diritti umani ammette, "Italia lasciata sola", ma critica: "Salvare vite non è un crimine"
"L'abolizione dello status di protezione umanitaria, l'esclusione dei richiedenti asilo dall'accesso ai centri di accoglienza incentrati sull'inclusione sociale e la durata prolungata della detenzione nei centri di espulsione e negli hotspot minano fondamentalmente i principi internazionali dei diritti umani e condurranno certamente a violazioni delle leggi internazionali". L'Onu, con un panel di esperti dell'Alto commissariato per i diritti umani, di cui fa parte anche la connazionale Maria Grazia Giammarinaro, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla tratta, richiama l'Italia dopo il via libera del Senato al decreto Sicurezza, che deve ora passare alla Camera. Un provvedimento che arriva mentre nel Paese c'è "un clima di odio e discriminazione, sia nei confronti dei migranti e di altre minoranze, sia nei confronti della società civile e dei privati che difendono i diritti dei migranti".
L'inasprimento delle norme sull'immigrazione desta "grave preoccupazione", rimarcano i rapporteur, perché aumenterà la vulnerabilità dei migranti, rendendo più difficile la regolarizzazione, esponendoli maggiormente a trafficanti e criminalità, dato che "molti non avranno mezzi per soddisfare i loro bisogni di base con modi leciti". Un approccio inclusivo, invece, ridurrebbe le tensioni sociali e l'insicurezza per tutta la popolazione.
L'Alto commissariato Onu riconosce che l'Italia è stata lasciata sola a gestire i flussi, ha dovuto subire "l'assenza di un efficace sistema di solidarietà a livello europeo", ma, sul piano dei diritti umani, "il governo deve rispettare i valori sanciti dalla Costituzione italiana e gli impegni internazionali sottoscritti", scrivono gli esperti in un appello all'esecutivo, a cui chiedono di riconsiderare le modifiche legislative.
"Durante l'ultima campagna elettorale, alcuni politici hanno alimentato un discorso pubblico che abbracciava spudoratamente la retorica razzista e xenofoba anti migranti e anti stranieri. Tale discorso incita all'odio e alla discriminazione", rimarcano gli esperti, che riferiscono di 169 episodi di matrice razzista, 126 dei quali riguardanti l'incitamento all'odio e la propaganda razziale, anche in manifestazioni pubbliche, a ridosso delle politiche di marzo.
Esplicito riferimento, poi, viene fatto a quelle che vengono definite "continue campagne diffamatorie contro le organizzazioni della società civile impegnate in operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo". Il governo italiano, ma non solo lui, "ha reso quasi impossibile per le navi delle Ong continuare a salvare i migranti", con la conseguenza di più affogati e dispersi in mare, a detta degli esperti Onu, anche se Salvini ha sempre rivendicato la riduzione di partenze e morti. "Salvare vite non è un crimine. Proteggere la dignità umana non è un crimine. Atti di solidarietà e umanità non dovrebbero essere perseguiti", rimarca l'Alto commissariato, che chiede invece che a essere puniti siano gli autori di crimini di odio.
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