Gli Stati Uniti ripristinano tutte le sanzioni contro l’Iran

Erano state sospese nel 2015 nel quadro dell'accordo sul nucleare. Otto Paesi beneficiano di una deroga, tra cui la Turchia e forse l'Italia

Sei mesi dopo avere sbattuto la porta ritirandosi dall'accordo sul nucleare iraniano del 2015, Donald Trump annuncia il ripristino delle sanzioni più consistenti contro Teheran, quelle che prendono di mira petrolio e banche. E lo fa a pochi giorni dalle elezioni di Midterm del 6 novembre. Le sanzioni entreranno in vigore il giorno prima, il 5 novembre.

Una precisazione è giunta però dal segretario di Stato Mike Pompeo: per otto Paesi ci saranno deroghe temporanee, il che significa che potranno continuare a importare petrolio iraniano senza incappare nelle sanzioni. Fra questi c'è di certo la Turchia (ad annunciarlo è stata Ankara) e, secondo Al-Arabiya, ci sarebbe anche l'Italia, insieme a India, Giappone e Corea del Sud. Per alcuni osservatori, potrebbe essere esentata anche la Cina.

Rammarico profondo da Unione europea, Francia, Germania e Regno Unito, che hanno diffuso una dichiarazione congiunta di condanna della decisione Usa promettendo di proteggere le società europee che fanno affari "legittimi" con Teheran. "Abbiamo l'obiettivo di proteggere gli attori economici europei che sono impegnati negli scambi commerciali legittimi con l'Iran", scrivono i firmatari, cioè l'Alta rappresentante della politica estera Ue Federica Mogherini e dei ministri degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, tedesco Heiko Mass e britannico Jeremy Hunt. "Il presidente Donald Trump reimpone le sanzioni più dure mai adottate" per fare piegare l'Iran, comunica la Casa Bianca.

Mentre il tycoon il suo annuncio lo ha dà citando la serie tv 'Il trono di spade': in un tweet, imita la locandina di 'Games of Thrones' e pubblica un'immagine in cui lo si vede mentre cammina, indossando un abito blu notte e una cravatta rossa, con la testa girata lateralmente; sulla foto campeggia la scritta 'Sanctions are coming', riferimento a 'Winter is coming', titolo del primo episodio della serie 'Game of thrones'.

Ad agosto scorso gli Usa avevano già reintrodotto un primo gruppo di sanzioni rimosse nel 2015. Il secondo gruppo di sanzioni, il più consistente, entrerà in vigore appunto lunedì. In questo caso si tratta di sanzionare, impedendo loro l'accesso al mercato americano, tutti i Paesi o le imprese che continueranno a comprare petrolio iraniano o a effettuare scambi con le banche della Repubblica islamica. L'obiettivo, nelle parole del capo della diplomazia Usa Pompeo, è di "privare il regime delle entrate che utilizza per seminare morte e distruzione per il mondo".

La lista degli otto Paesi esentati dalle sanzioni sarà diffusa ufficialmente lunedì. Per loro l'autorizzazione a importare petrolio è provvisoria e durerà sei mesi. "Perché hanno dato prova di sforzi importanti per portare le loro importazioni verso zero", ha detto ancora Pompeo. Finora quel che si sa per certo è che l'Ue non ne fa parte. In tutto, 700 individui o entità saranno aggiunti alla lista nera americana (cioè 300 in più rispetto a quelli che erano stati rimossi dalla lista stessa nel 2015 in conseguenza dell'accordo), ha poi detto il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, aggiungendo che Washington vorrebbe escludere le istituzioni finanziarie iraniane dal circuito bancario internazionale Swift.

L'obiettivo di Trump è quello di negoziare un nuovo accordo. Da tempo il miliardario repubblicano ripete che è pronto a incontrare i dirigenti della Repubblica islamica per negoziare un accordo globale, ma sulla base di 12 condizioni americane. Fra queste, restrizioni più rigide e durature sul nucleare rispetto al testo del 2015, ritenuto troppo soft dal tycoon, ma anche la fine della proliferazione missilistica e di attività ritenute "destabilizzatrici" a opera di Teheran in Medioriente (per esempio in Siria, Yemen e Libano).