Il responsabile è un ventiseienne che è rimasto ferito alla mano. Nessun altro è rimasto coinvolto nell'attacco

Esplosione vicino all'ambasciata Usa a Pechino. Un 26enne originario della Mongolia interna, di cui è stato reso noto il cognome, Jiang, ha fatto esplodere un ordigno davanti alla sede diplomatica americana a Pechino intorno alle 13 locali (le 7 in Italia): una nube di fumo si è sollevata sulla zona, ma non ci sono feriti se non l'attentatore stesso, che si è ferito a una mano ed è stato portato in ospedale dopo l'arresto da parte degli agenti giunti sul posto.

La polizia non ha indicato alcun movente. Come pure non è chiaro se l'episodio sia collegato a quanto avvenuto poche ore prima: sempre davanti all'ambasciata Usa in Cina, secondo quanto riporta il giornale Global Times, intorno alle 11 locali una donna si è cosparsa di benzina, nell'apparente tentativo di autoimmolarsi. L'incidente della donna è durato pochi minuti. "Stavo aspettando all'uscita dell'ufficio visti dell'ambasciata Usa che i miei clienti finissero i loro colloqui per i visti, quando una donna dietro di me ha cominciato a cospargersi di benzina", ha raccontato al Global Times Zhang Lina, 30 anni, agente di viaggio, spiegando che la donna, di circa 40 anni, vestita in modo trasandato, è stata poi portata via da due poliziotti in borghese. Quanto alla successiva esplosione, anche questa si è verificata vicino all'ufficio visti. È stata confermata anche dall'ambasciata Usa, che ha precisato che è avvenuta al di fuori del complesso. I testimoni raccontano che lo scoppio è stato forte e i video diffusi sui social network poco dopo mostravano molto fumo nella zona. La polizia, però, è intervenuta subito per recintare l'area e l'apparato di censura di Stato cinese ha rapidamente bloccato le ricerche per 'Ambasciata Usa' sulla piattaforma social Weibo, una sorta di Twitter cinese.

 

Secondo i giornalisti di AFP, intorno alle 8.40 italiane la situazione era tornata calma e l'ufficio visti aveva ripreso a funzionare. L'ambasciata Usa si trova alla periferia di Pechino, nella zona nordest della capitale, dove hanno sede anche le ambasciate di India, Francia e Israele. A giugno dell'anno scorso, una bomba artigianale esplose davanti a un asilo nell'est della Cina uccidendo otto persone e ferendone 65; la polizia accusò per i fatti un 22enne che soffriva di una malattia nervosa.

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