Catalogna, Puigdemont frena: “C’è alternativa all’indipendenza”

L'ex governatore catalano, in autoesilio a Bruxelles, rilancia l'idea di un tavolo di trattativa. Ma Rajoy è stato molto duro con l'idea indipendentista

"Io sono sempre favorevole a un accordo. Credo ci sia una soluzione alternativa all'indipendenza". Lo ha dichiarato l'ex presidente catalano Carles Puigdemont in un'intervista al quotidiano belga Le Soir in cui afferma di essere "disposto ad accettare un'altra relazione con la Spagna".

"Ho lavorato per 30 anni per ottenere un altro tipo di rapporto tra la Catalogna e la Spagna, ci abbiamo molto lavorato ma l'arrivo di Aznar (primo ministro dal 1996 al 2004, mentore dell'attuale premier Mariano Rajoy, ndr) ha fermato questo percorso". La soluzione, spiega, è "sedersi al tavolo del negoziato".

Puigdemont, come è noto, si trova in autoesilio a Bruxelles e ha evitato il carcere attraverso il pagamento di una cauzione. Sabato, a Barcellona, si è svolta un'enorme manifestazione popolare (750 mila in piazza) a sostegno di Puigdemont e dell'indipendenza. Ma proprio ieri, a Barcellona, è arrivato (per la prima volta da quando ha di fatto commissariato la regione catalana) il premier spagnolo Mariano Rajoy. Il suo ragionamento è stato piuttosto duro: "Dobbiamo recuperare la Catalogna dal delirio del separatismo" e "con la democrazia vogliamo recuperare la Catalogna per tutti". Come questo sia possibile, non è facile a dirsi. L'apertura di Puigdemont potrebbe essere una strada. Di certo, in questa fase, il governo di Madrid non sembra avere intenzione di trattare con colui che ritiene l'artefice e il colpevole di tutto quanto è successo.