L'ex presidente della Generalitat parla alla stampa da Bruxelles: "Non chiediamo asilo. Ok per le elezioni a dicembre"
Mentre a Madrid la plenaria della Corte cosituzionale spagnola ha sospeso la dichiarazione di indipendenza della Catalogna approvata lo scorso venerdì dal Parlamento di Barcellona, Carles Puigdemont parla in conferenza stampa da Bruxelles, dove si è recato ieri. Ci tiene subito a chiarire che la sua non è stata una fuga come alcuni avevano ipotizzato: "Non abbiamo mai abbandonato il governo, noi continueremo a lavorare. Non sfuggiremo alla giustizia ma ci confronteremo con la giustizia in modo politico. Non sono qui per chiedere asilo politico. Sono qui per lavorare in libertà e sicurezza".
"Voglio ricordare che dopo il referendum del 1° ottobre siamo sempre stati pronti al dialogo. Abbiamo chiesto un dialogo franco a Madrid che è stato rifiutato dal Psoe e dal partito popolare, i quali non vogliono riconoscere che esiste un problema e vogliono utilizzare solo la repressione", ha dichiarato l'ex presidente della Generalitat catalana. "Abbiamo voluto garantire che non ci saranno scontri né violenza. Se lo stato spagnolo vuole portare avanti il suo progetto con la violenza sarà una decisione sua".
Poi chiede a Madrid di rispettare i risultati delle elezioni del 21 dicembre. "Noi li rispetteremo, sono una sfida democratica che noi accettiamo con tutte le forze. Votando si risolvono i problemi, non mettendo in carcere le persone". Poi chiede all'Europa di reagire: "La causa catalana mette in questione i valori su cui si basa l'Europa ed è prezzo troppo caro da fare pagare alla gente".
Ma durante la conferenza stampa Puigdemont, non ha concesso la parola a nessun giornalista spagnolo e ha risposto solo a domande di media internazionali parlando in inglese, francese e catalano. In mezz'ora (tanto è durato il botta e risposta con i giornalisti) il leader catalano ha risposto a Euronews, Bbc, Sky News, Tv3 e a una televisione locale belga. Al termine numerosi giornalisti spagnoli gli hanno gridato 'vergogna' per non aver avutto la parola.
E dopo il discorso da Bruxelles, Puigdemont ha riaperto un proprio sito come "presidente della Generalitat" da un dominio europeo. I siti govern.cat e president.cat, che davano notizie sulle attività dei membri del governo catalano, sono stati oscurati. Quello presidenziale è apparso replicato come president.exili.eu.
Intanto il magistrato Carmen Lamela ha dato tre giorni a Puidgemont e agli altri 13 consiglieri del Governo per pagare una somma di 6.207.450 euro, che corrispondono alla somma delle tre voci di bilancio approvate per tenere il referendum e successivamente sospese dalla Corte Costituzionale, come "garanzia", con l'avviso che i loro beni saranno pignorati fino a raggiungere tale cifra se non effettueranno il pagamento.
I quattordici membri del governo sono stati chiamati a testimoniare giovedì alle 9 dalla Corte Suprema spagnola, che ha anche dato il via al processo per ribellione e sedizione di cui sono accusati lo stesso Puigdemont e gli altri leader catalani
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