Le Pen, Fillon e Mélenchon avrebbero un sostegno compreso tra il 18% e il 20%. Alle 17 il tasso di affluenza è al 69,42%
Francesi alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali. L'emittente belga Rtbf ha pubblicato una nuova anticipazione sull'esito del voto, secondo cui il centrista indipendente Emmanuel Macron arriverebbe in testa oggi con il 24% mentre a contendersi il secondo posto sarebbero la leader dell'ultradestra Marine Le Pen, il conservatore François Fillon e il candidato della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon. Questi tre avrebbero sostegno compreso tra il 18% e il 20%. La testata sottolinea che queste elezioni "si svolgono in un contesto particolare", che "i quattro candidati più popolari nei sondaggi ottengono risultati molti vicini e l'elettorato francese non è mai stato così indeciso".
Alle 17 l'affluenza al primo turno delle elezioni presidenziali francesi è del 69,42%. Lo ha fatto sapere il ministero dell'Interno, sul suo profilo Twitter. Nel 2012 la partecipazione alla stessa ora era stata del 70,59%, mentre nel 2007 del 73,87%.
Si vota dalle 8 alle 19 nella maggior parte dei Comuni, fino alle 20 nelle città più grandi. Il secondo turno è stato fissato per il 7 maggio. Sono 45,67 milioni gli elettori chiamati alle urne e, considerando anche i territori d'Oltremare, dove i seggi avevano aperto in anticipo, i centri di voto sono 66.500. Rigide misure di sicurezza in questa giornata elettorale, soprattutto a seguito dell'attacco di giovedì sera sugli Champs Elysées a Parigi, che è giunto solo due giorni dopo che le autorità avevano sventato un attentato arrestando due persone a Marsiglia. Per rafforzare la sicurezza durante queste presidenziali sono stati dispiegati circa 50mila agenti di polizia e gendarmerie, nonché 7mila militari. Ai seggi potranno accedere soltanto i cittadini iscritti nelle liste elettorali.
Si tratta delle prime elezioni presidenziali che si tengono con lo stato d'emergenza in vigore: decretato dopo gli attentati di Parigi e Saint Denis del 13 novembre del 2015, lo stato d'emergenza permette all'esecutivo di compiere determinate azioni senza l'autorizzazione giudiziaria. Nello specifico, dà ampi poteri alla polizia in materia di perquisizioni e controlli, permette al governo di vietare manifestazioni, inasprisce le pene per i reati di terrorismo, consente perquisizioni di veicoli e borse durante i controlli d'identità senza che sia necessario l'assenso di un giudice. Permette anche l'imposizione del coprifuoco, interruzioni alla libera circolazione, la chiusura di luoghi pubblici.
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