"Per fortuna anche negli Stati Uniti ci sono alcune voci che dissentono" ha detto il cardinale Turkson
La Chiesa cattolica ha una certa preoccupazione per le politiche che intende attuare il presidente americano Donald Trump. Le scelte del presidente in materia di migrazioni o clima sono "una sfida, una cosa che preoccupa", ma "per fortuna anche negli Stati Uniti ci sono alcune voci che dissentono, voci contrarie, anche in disaccordo esplicito contro le posizioni di Trump", ha dichiarato il cardinale Peter K.A. Turkson, presidente del nuovo dicastero per lo Sviluppo umano integrale lanciando un messaggio chiaro: "Contiamo anche sull'azione di lobby della Chiesa Usa e speriamo che le cose cambino". In un incontro con la stampa per illustrare il convegno che organizzerà il suo dicastero i prossimi 3-4 aprile, Turkson ha espresso la speranza che il presidente americano "cominci a ripensare" ad alcune delle sue promesse elettorali. Primi fra tutti, il banco contro le immigrazioni e il muro al confine con il Messico.
"Spero che ora che è diventato presidente si renda conto che vi è una certa dissonanza tra la realtà e le espressioni usate in campagna elettorale", ha commento esprimendo dure critiche alla volontà dell'amministrazione Trump di difendere 'il grande risveglio' militare americano (citando le stesse parole del presidente) con un aumento delle spese per la Difesa, che andrebbe a militarizzare il Paese a livelli storici per essere in tempo di pace. In questo senso, il cardinale di origine ghanese ha ricordato il messaggio da poco inviato da papa Francesco all'Onu in cui ribadiva che il disarmo nucleare "è un imperativo morale e umanitario" che bisogna raggiungere.
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