Primo incontro a Washington cordiale ma non privo di tensione. Giallo sulla stretta di mano rifiutata dal presidente

Era cominciato con una stretta di mano e sorrisi davanti ai fotografi il primo incontro di Angela Merkel e Donald Trump alla Casa Bianca, ma le tensioni non hanno tardato a emergere. Seppure in un clima complessivamente cordiale e di reciproci ringraziamenti, con Trump che ha definito l'incontro "assai produttivo", non sono mancati i momenti di impasse: prima il giallo nello Studio ovale, dove Trump sembra avere ignorato una richiesta di stretta di mano di Merkel; poi vari momenti difficili hanno segnato la conferenza stampa congiunta.

Nonostante i ringraziamenti fatti da Trump e i riconoscimenti alla leadership tedesca – per esempio nell'impegno per la risoluzione del conflitto in Ucraina, nell'impegno in Afghanistan e per il contributo alle spese di difesa nella Nato – la prima stoccata è arrivata a proposito dei migranti. "L'immigrazione è un privilegio, non un diritto", ha affermato Trump all'inizio del punto stampa, sottolineando che "la sicurezza dei nostri cittadini deve sempre arrivare in prima posizione" e "dobbiamo tutelare i cittadini" dalla minaccia terroristica. Punto sul quale con Merkel l'accordo non c'è: su immigrazione e rifugiati abbiamo avuto "uno scambio di opinioni", ha detto la cancelliera tedesca non appena ha preso la parola, a sottolineare la differenza di vedute sul tema.

Il gelo poi, esorcizzato da una risata del pubblico in sala, è calato per la battuta di Trump sulle presunte intercettazioni dell'era Obama. Il presidente Usa ha detto di avere "qualcosa in comune" con la cancelliera, alludendo al fatto che secondo lui entrambi sono stati spiati per ordine dell'ex presidente Usa Barack Obama. "Sulle intercettazioni telefoniche della precedente amministrazione, almeno abbiamo qualcosa in comune, forse", ha detto Trump, mentre Merkel, stupita, non si è espressa in merito ed è rimasta impassibile in volto.

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