Dopo un mese di silenzio la donna rilascia un'intervista al Journal du Dimanche e si difende dalle accuse di un falso impiego
Dopo un mese di silenzio, la moglie del candidato della destra francese, François Fillon, Penelope, ha deciso di parlare dello scandalo che la vede coinvolta e che sta affossando la campagna elettorale del marito. La donna ha deciso di raccontare la sua verità al Journal du Dimanche, nella sua prima intervista, "per mettere fine alle folli dicerie". Penelope Fillon si difende dall'accusa di aver avuto un impiego fittizio quando era assistente parlamentare del marito. E ammette di vivere "una sofferenza difficile da sopportare".
Per quanto riguarda la corsa dall'Eliseo del marito, racconta di averlo esortato ad andare avanti, "fino in fondo". "Solo lui può diventare presidente", ha dichiarato. "Ogni giorno gli dico di continuare perchè lui è l'unico candidato che ha l'esperienza, la visione, il progetto e la determinazione necessaria per guidare la Francia", ha continuato Penelope Fillon, precisando che "io sarò sempre accanto a mio marito, ovunque vada". La donna ha comunque ammesso che il legame tra il suo nome e lo scandalo che la riguarda ha creato "molti danni".
Per quanto riguarda le accuse per gli incarichi presunti fittizi che ha ricoperto in Parlamento per il marito, e pagata con denaro pubblico, sostiene di aver svolto per lui e per il deputato che lo sostituì, Mac Joulaud (tra il 1998 e il 2013 con qualche interruzione) "compiti molto diversi fra loro": "io dovevo aiutarlo nelle relazioni con la gente" dato il suo incarico, ha spiegato ribadendo di essere sempre stata legata alla carriera politica di Fillon. "Mi incaricavo – precisa – della corrispondenza insieme con la segretaria, preparavo per lui appunti e schede sulle manifestazioni locali nella nostra circoscrizione, che poi potesse utilizzare nei suoi discorsi. Gli facevo anche una specie di rassegna stampa locale. Lo rappresentavo in alcune occasioni a certe manifestazioni, rileggevo i suoi discorsi".
Fillon, continua "ha fiducia totale in me per la mia discrezione e anche per la mia lealtà. Io gli dico la verità, cosa che non sempre fanno i collaboratori… E al contrario di altro, io non lo abbandonerò". Alla domanda sul perchè avesse detto in una delle sue rare interviste degli anni passati che non si occupava di politica, risponde: "non ritenevo fosse politica, lavoravo per mio marito e per gli abitanti della Sarthe". Penelope afferma di aver risposto a tutte le domande degli inquirenti al momento dell'interrogatorio del mese scorso e ribadisce di aver fiducia nella giustizia. La donna ha anche mostrato documenti per provare la reale esistenza del suo impiego: si tratta di "email con annotazioni che dimostrano come le informazioni passassero da me, e scambi di email con altri collaboratori". Ma, precisa, la maggior parte delle note non sono state conservate, in particolare quelle precedenti al 2007: "Chi tiene questi documenti per dieci, quindici o vent'anni?".
L'intervista è pubblicata in un giorno chiave per il futuro della candidatura presidenziale di Fillon, che oggi pomeriggio spera di mobilitare decine di migliaia di persone a Parigi nella manifestazione in suo sostegno in risposta alle richieste di sue dimissioni dopo lo scandalo arrivate anche dal suo stesso schieramento politico.
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