Il presidente repubblicano aveva manifestato la volontà di ampliare l'arsenale nucleare in mano agli Stati Uniti
Donald Trump lancia la corsa al riarmo. In un'intervista a tutto tondo rilasciata nello Studio ovale della Casa Bianca all'agenzia Reuters, afferma che intende espandere l'arsenale nucleare degli Stati Uniti. "Siamo finiti indietro sulla capacità di armi nucleari", ha detto Trump, aggiungendo che "sarebbe meraviglioso, un sogno, se nessun Paese avesse testate nucleari, ma se i Paesi hanno testate nucleari allora noi saremo il 'top of the pack' (cioè i migliori ndr.)".
Esplicito il riferimento alla Russia. L'accordo noto come New START, cioè il nuovo trattato per la limitazione di armi strategiche, fra Russia e Stati Uniti, prevede che entro il 5 febbraio del 2018 entrambi i Paesi debbano limitare il loro arsenale di armi nucleari strategiche e non permette ai due Paesi di avere più di 800 vettori nucleari fra missili balistici intercontinentali dispiegati e non dispiegati, sottomarini nucleari lanciamissili e bombardieri pesanti. Secondo molti analisti , Trump potrebbe volere abrogare il New START, che nell'intervista il presidente repubblicano ha definito un "accordo unilaterale" e "un altro cattivo accordo che il Paese ha fatto". Trump, poi, si è lamentato del dispiegamento russo di un missile cruise in violazione di un trattato del 1987 che vieta missili a medio raggio dispiegati su terra per russi e americani. "Per me è una grande questione", ha affermato l'inquilino della Casa Bianca, che rispondendo alla domanda se intenda sollevare la questione con il presidente russo Vladimir Putin ha risposto così: "Se e quando ci incontreremo".
LA REPLICA DELLA DUMA Diversi rappresentanti della Duma, cioè la Camera bassa del Parlamento russo, hanno criticato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per avere difeso la supremazia nucleare del suo Paese e avere messo in dubbio il trattato di disarmo New START sottoscritto da entrambi i Paesi. Il capo della Commissione Affari internazionali della Duma, Konstantin Kosachov, si è chiesto se lo slogan di Trump di 'Rendere l'America di nuovo grande' significhi "egemonia in ambito nucleare". In questo caso, ha aggiunto, "il mondo tornerà ai tempi della corsa agli armamenti degli anni '50 e '60". Anche il capo della Commissione Difesa e Sicurezza della Duma, Victor Ozerov, parlando ai media russi, si è espresso in merito: "Cominciare la presidenza mettendo in dubbio un trattato internazionale fra Russia e Stati Uniti non è il miglior modo di mettere in pratica la non proliferazione nucleare". Ozerov ha ricordato che i trattati internazionali "sono la base del controllo sulle armi nucleari" e ha sottolineato che le intenzioni di Trump di incrementare il potenziale strategico "non risponde alla stabilità, alla reciproca comprensione e alla sicurezza nel mondo".
"Se Washington prenderà la strada dell'egemonia nel settore nucleare, inevitabilmente ripartirà la corsa agli armamenti e il mondo tornerà alla Guerra fredda. Questo sarebbe una catastrofe per la civiltà globale", ha detto inoltre Leonid Slutski, capo della commissione Esteri della Duma. Slutski ha quindi insistito sul fatto che è necessario "mantenere i principi di base della parità nucleare" per cui "non si può permettere l'egemonia di alcuna potenza". "Nel peggiore dei casi" questo può "mettere fine all'intero sistema di sicurezza internazionale e si perderanno tutti gli sforzi per il disarmo fatti negli ultimi decenni", ha aggiunto. Slutski si è poi detto fiducioso che le dichiarazioni di Trump sul miglioramento dell'arsenale nucleare Usa fossero solo un modo per aumentare la sua popolarità contro le critiche all'amministrazione.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata