Sul palco del comizio in Florida anche la first lady Melania

Comizio la scorsa notte in Florida per Donald Trump che, in un hangar dell'Aeroporto internazionale di Orlando Melbourne, davanti a circa novemila sostenitori, ha toccato una serie di argomenti in auge nelle ultime settimane nel dibattito interno. Primo fra tutti il contestato ordine esecutivo sull'immigrazione, bloccato dalla giustizia federale: la settimana prossima, ha promesso, sarà pronta la nuova versione. "Non ci arrendiamo, faremo qualcosa questa settimana di cui credo sarete impressionati. Dobbiamo mantenere al sicuro il nostro Paese", ha affermato, annunciando la firma la prossima settimana del nuovo ordine esecutivo. Il decreto siglato lo scorso 27 gennaio, bocciato dalla giustizia, bloccava per 90 giorni l'ingresso in Usa per i cittadini di sette Paesi a maggioranza islamica e sospendeva per 120 giorni l'accoglienza dei rifugiati.

Nel discorso, durato circa 45 minuti, Trump è poi tornato all'attacco dei media, definendoli "nemici degli Stati Uniti", parte del "sistema corrotto". Quindi ha annunciato che nel giro di "un paio di settimane" presenterà "un grande piano sanitario che prenderà il posto del disastroso Obamacare". Spazio anche al "grande muro sulla frontiera" con il Messico che, ha spiegato, inizierà a essere costruito "molto presto", così come sarà forte la battaglia per "distruggere i cartelli della droga" che operano negli Stati Uniti. Trump ha quindi promesso di ridare lavoro ai minatori, di siglare "accordi commerciali enormi in tutto il mondo" e, alleggerendo la posizione sulla Nato, si è detto un "sostenitore" dell'Alleanza atlantica, anche se ha criticato il fatto che molti "Paesi ricchi" non stiano pagando le spese.

Nel corso dell'evento, a cui era presente anche la first lady Melania che è intervenuta dal palco, il presidente ha promesso di creare zone di sicurezza in Siria e in altri Paesi del Medioriente per le persone che fuggono dal conflitto, garantendo che a pagare per i progetti saranno i Paesi del Golfo Persico. La costituzione di queste zone di sicurezza, ha sottolineato, eviterà che gli Stati Uniti siano costretti a ricevere "decine di migliaia di persone" di cui "non sappiamo nulla".

Tra le grida di approvazione dei sostenitori, il comizio aveva il sapore e tutti gli ingredienti della campagna elettorale. Ma non è mancata l'improvvisazione, con la salita sul palco di Gene Huber, sostenitore di Trump, in fila per entrare nell'hangar fin dalle prime ore della mattina. E soprattutto le gaffe. Come quando, parlando del rischio terrorismo, il capo di Stato ha fatto riferimento a un presunto attentato in Svezia avvenuto "la scorsa notte". Affermazione che ha scatenato immediatamente l'ironia del web e dei social network dove è nato l'hashtag #LastNightInSweden. "Svezia? Attacco terroristico? Cosa si è fumato?", ha commentato l'ex primo ministro svedese Carl Bildt.

Poco prima di arrivare a Orlando, a bordo dell'Air Force One, Trump aveva rivelato ai giornalisti del pool presidenziale che oggi incontrerà quattro possibili candidati all'incarico di consigliere per la sicurezza nazionale, dopo le dimissioni di Michael Flynn. "Prenderò una decisione nei prossimi due giorni", ha spiegato. I nomi dei quattro erano stati anticipati alcune ore prima da Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca. E si tratta del generale e stratega militare H.R. McMaster, dell'ex ambasciatore Usa alle Nazioni unite John Bolton, dal consigliere di sicurezza nazionale facente funzione Keith Kellogg e del vice generale Robert Caslen. Trump si trova nel resort di Mar-a-Lago, a Palm Beach, per il terzo weekend consecutivo. Il complesso si affaccia sulla spiaggia e lui stesso lo ha ribattezzato 'la Casa Bianca d'inverno'.

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