E il presidente torna ad attaccare i media: "Sono il partito di opposizione"

Donald Trump, e c'era da immaginarlo, sceglie la linea dura. Per impedire l'accesso negli Stati Uniti ai 'terroristi islamici', il neo presidente ha sospeso per 120 giorni il programma di accoglienza di tutti i rifugiati. Anche se non sono nominati i Paesi di provenienza, l'ordine adottato fa riferimento a uno statuto che viene applicato a sette nazioni a maggioranza musulmana: Siria, Iraq, Sudan, Libia, Somalia, Yemen e Iran. Eccezione per alcuni tipi di visti come quelli diplomatici o di membri delle Nazioni Unite. "Proclamo che l'ingresso di cittadini e rifugiati siriani è dannoso per gli interessi degli Stati Unitie, per questo sospendo tali ingressi", scrive Trump nel suo ordine esecutivo. 

E il tycoon è tornato anche all'attacco dei media. La stampa americana si è trasformata per molti aspetti nel partito di opposizione, ha accusato Trump in un'intervista al programma 'The Brody File' dell'emittente cristiana Cbn. "Non sto parlando della stampa di tutto il mondo – ha precisato – ma di una gran parte dei media americani".
Secondo il presidente, d'accordo con il suo chief strategist, Steve Bannon, nella stampa esiste "disonestà e inganno", perchè alcuni media sono "parzialmente il partito d'opposizione". Il vero partito d'opposizione, quello Democratico, ha precisato Trump, "sta perdendo strepitosamente. Ora sono i media a fare l'opposizione". In settimana Bannon, uno dei consiglieri più vicini al presidente, in un'intervista al New York Times, aveva dichiarato che la stampa "è il partito di opposizione. (I media) non capiscono questo Paese. E non capiscono il motivo per cui Donald Trump è il presidente degli Stati Uniti". E ancora:  "I media dovrebbero vergognarsi e sentirsi umiliati. La stampa deve tacere e ascoltare per un po'".

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