Merkel nel mirino per la politica di accoglienza nei confronti dei migranti. Italia col fiato sospeso per la connazionale dispersa

La polizia tedesca sta cercando un tunisino, dopo aver ritrovano un documento di identità nel camion usato per l'attentato contro un mercatino natalizio a Berlino. Il documento, trovato sotto il sedile del conducente, è intestato al cittadino tunisino Anis Amri, nato nel 1992 a Tataouine. L'uomo era stato in Italia nel 2012, poi era arrivato in Germania a luglio del 2015 e qui aveva presentato richiesta di asilo. Nel 2016 era stato ammesso in Germania. Il giovane sarebbe noto alla polizia: ad agosto era stato fermato a Friedrichshafen con un documento d'identità italiano falso e poco dopo era stato liberato.

Amri pare fosse in contatto con una branca dello Stato islamico in Germania che reclutava persone per inviarle in Siria e Iraq a combattere. La polizia tunisina sta cercando di verificare se il sospetto compare nella lista nazionale degli estremisti, secondo quanto riferiscono alcune fonti.

L'ufficio del procuratore federale tedesco intanto ha fatto sapere che la Germania darà fino a 100mila euro a chiunque offrirà informazioni utili per arrivare all'arresto del ricercato.

"Non dobbiamo avere paura", "sarebbe fatale se ci chiudessimo in noi stessi e non uscissimo più", ha ammonito il sindaco di Berlino, Michael Müller, "la presenza della polizia è stata per questo rafforzata nei punti necessari e altre misure di sicurezza sono state intraprese per catturare il killer". E intanto continuano le polemiche contro gli stranieri, dopo che era stato inzialmente fermato un 23enne di origini pakistane e dopo la nuova scoperta del documento di identità sul camion, che ricalca quanto avvenuto per la strage di Nizza, quando un franco-tunisino alla guida di un camion si era scagliato sulla zona pedonale della Promenade des Anglais, uccidendo 86 persone, fra cui sei italiani.  La cancelliera Angela Merkel è accusata, anche a livello internazionale, per la sua politica di accoglienza nei confronti dei profughi. "L'odio degli attentatori non ci porterà all'odio. Non ci dividerà", è il monito del presidente tedesco, Joachim Gauck, "siamo ancora scossi, ma queste azioni non scuotono le nostre convinzioni. Abbiamo forti basi e siamo uniti, in Germania, in Europa e ovunque gli uomini vivano in libertà e vogliano vivere in libertà".

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