Il ministro della Difesa Shoigu sostiene che le manovre militari "non sono segnali contro nessuno né tanto meno minacce"

Il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, nega che Mosca si stia preparando militarmente allo scoppio di una nuova Guerra fredda, come assicurano invece in Occidente. "Le attività pianificate della nostra preparazione operativa e di combattimento vengono presentate come segnali di minaccia per i nostri Paesi vicini. Si incoraggiano tesi di una minaccia militare, una nuova Guerra fredda, una nuova corsa agli armamenti", ha detto Shoigu ai media locali. E poi ha aggiunto: "Senza dubbio non è così. Le nostre forze armate devono garantire la sicurezza del Paese". "Ultimamente sentiamo molte accuse dei nostri soci occidentali, preoccupati per livello crescente di preparazione e capacità militare delle nostre forze armate. Sono condizioni necessarie a garantire la prontezza al combattimento dell'esercito di qualunque Paese", ha affermato ancora.

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Shoigu ha insistito sul fatto che le numerose manovre militare organizzate negli ultimi mesi dalle forze armate russe "non sono segnali contro nessuno né tanto meno minacce". Oltre al ritorno dell'armata russa nel Mediterraneo dopo 20 anni di assenza (dal 1992 al 2013) e all'intervento aereo in Siria, la Russia negli ultimi mesi ha rafforzato il numero di barche sulle coste della Siria, dove ha dispiegato missili antiaerei S-300 e S-400. Inoltre oggi ha ratificato un accordo per il dispiegamento di un'unità delle Forze aeree russe nella base di Khmeimim, nella provincia siriana di Latakia, e questa settimana ha annunciato che convertirà in base navale il bacino di carenaggio di Tartus. Le cancellerie occidentali hanno inoltre espresso la loro preoccupazione per il dispiegamento provvisorio di missili tattici Iskander nell'enclave baltica di Kaliningrad, vicino a Polonia e Lituania, che sono Paesi membri della Nato.

Recentemente il presidente russo, Vladimir Putin, ha inoltre annunciato l'uscita del suo Paese dal trattato sulla riconversione del plutonio militare, che è parte del programma di disarmo strategico post Guerra fredda. Fra le condizioni per tornare all'accordo, Putin ha menzionato il ritiro delle truppe e degli armamenti dispiegati dagli Stati Uniti nei Paesi dell'Europa dell'Est che sono entrati nell'Alleanza atlantica da questo secolo, cioè Bulgaria, Romania e Paesi Baltici. Putin ritiene che lo scudo antimissili americano in Europa e Asia sia una minaccia diretta per la sicurezza della Russia, ma ha escluso che commetterà lo stesso errore dell'Urss di impegnarsi in una corsa agli armamenti con gli Stati Uniti.

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