Cannes parte con le sanzioni, il premier appoggia le misure adottate da alcuni sindaci

Prime tre multe a Cannes, in Francia, a donne che indossavano il burkini, l'indumento femminile islamico da spiaggia che copre interamente il corpo. Le tre donne, di 29, 32 e 57 anni, dovranno pagare ciascuna 38 euro, spiega l'ufficio del sindaco, il repubblicano David Lisnard. Altre sei donne che facevano il bagno interamente coperte da abiti sono state richiamate dalla polizia municipale, senza essere multate, e "hanno lasciato la spiaggia senza fare difficoltà", riferisce Le Parisien. Oltre a Cannes, in Francia anche il comune corso di Sisco e quello di Villeneuve-Loubet hanno proibito il burkini, mentre quello di Le Touquet ha annunciato che lo vieterà prossimamente.

Il premier francese Manuel Valls si è schierato con i sindaci. In una intervista al quotidiano La Provence, ha detto che "Le spiagge, come ogni spazio pubblico, devono essere difese dalle rivendicazioni religiose. Il burkini non è un nuovo tipo di costume da bagno o una moda. E' la traduzione di un progetto politico, di contro-società, fondato notoriamente sulla sottomissione della donna". Escludendo che Parigi possa legiferare in proposito, ha aggiunto che il burkini "non è compatibile con i valori della Francia e della Repubblica". Valls ha detto di "capire i sindaci che, in questo momento di tensione, hanno il riflesso di cercare soluzioni, di evitare problemi per l'ordine pubblico". "Appoggio quindi – ha sottolineato – coloro che hanno promosso dei decreti, se sono motivati dalla volontà di incoraggiare il vivere assieme, senza retropensiero politico". "Non accetto questa visione arcaica" della donna, ha precisato: secondo il primo ministro, dietro il burkini "c'è l'idea che, per natura, le donne siano impudiche, impure, che debbano quindi essere totalmente coperte". E questo, afferma, "non è compatibile con i valori della Francia e della Repubblica: di fronte alle provocazioni, la Repubblica deve difendersi". Valls si è poi rivolto alle autorità musulmane nel suo Paese, invitandole a "condannare il velo integrale, condannare le azioni di provocazione che creano le situazioni di scontro". Ai musulmani francesi in generale ha poi chiesto, "alle loro autorità, alle loro famiglie, nei loro impegni personali, professionali e sociali, di dire che rifiutano questa visione mortifera dell'islam".

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