Tra gli italiani che hanno visitato il Paese Matteo Salvini e il senatore azzurro Antonio Razzi

Un confronto con il leader nordecoreano Kim Jong-un per cercare di fermare il programma nucleare di Pyongyang e proporre un cambiamento della politica degli Stati Uniti nei confronti della Corea del Nord. È quello che promette Donald Trump, a pochi giorni dalla fine delle primarie repubblicane che lo vedono ormai unico candidato. "Vorrei parlare con lui, non avrei nessun problema a farlo", ha detto il magnate newyorkese in un'intervista esclusiva a Reuters, senza però condividere i dettagli del piano per affrontare la questione coreana. Se non che vorrebbe esercitare pressioni su Pechino, unico grande sostenitore diplomatico ed economico della Corea del Nord. 

Trump è solo l'ultimo di una serie di personaggi che promettono in qualche modo di occuparsi della questione nordcoreana. Se due anni fa si erano recati in visita nel Paese asiatico addirittura il segretario della Lega Matteo Salvini e il senatore di Forza Italia Antonio Razzi, prima era stato il cestista Dennis Rodman a volare fino a Pyongyang per inaugurare quella che aveva ribattezzato 'diplomazia del basket'. All'epoca il dipartimento di Stato Usa aveva criticato il modo in cui l'eccentrico giocatore si era mosso, ma in realtà il suo viaggio era stato uno dei pochi veicoli di contatto degli States con la realtà della penisola.

Da inizio anno le tensioni sugli annunci della Corea del Nord sul proprio programma nucleare hanno sollevato nuove preoccupazioni e polemiche. A gennaio Pyongyang ha annunciato di aver eseguito il suo primo test di una bomba nucleare a idrogeno, e già allora Trump aveva fatto sentire la propria voce, sostenendo che toccasse a Pechino risolvere la questione. "La Cina ha il totale controllo, credetemi. Dicono di no, ma hanno il controllo totale sulla Corea del Nord e dovrebbero risolvere il problema", disse il tycoon dopo l'annuncio, spiegando che se non sarà risolto il problema dai partner cinesi gli Usa dovranno "rendere il commercio per loro molto difficile".

I rapporti diplomatici tra Washington e Pyongyang sono praticamente azzerati. In due occasioni, negli anni scorsi, il regime nordcoreano ha annullato le visite dell'inviato speciale Usa per i diritti umani Robert King, volte a discutere del rilascio di Kenneth Bae, cittadino americano arrestato nell'aprile 2013 e condannato a 15 anni di carcere. L'uomo era stato poi rilasciato a novembre dell'anno successivo, assieme al connazionale Matthew Todd Miller. Per questa liberazione anticipata Bae ha voluto ringraziare proprio Rodman, a dimostrazione che le sue 'visite diplomatiche' hanno avuto un esito positivo. Tra gli ultimi nomi di spicco a visitare il Paese risalta quello dell'ex presidente Usa Jimmy Carter, che nel 2010 volò fino a Pyongyang a sua volta per trattare (ottenendolo) il rilascio di un altro cittadino americano, Aijalon Mahli Gomes.

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