Incontro di Tusk, Juncker e dell'olandese Rutte col premier Davutoglu alla ricerca di un'intesa su rimpatri e adesione turca all'Ue
Oggi nuovo round nella partita tra Ue e Turchia sulla questione migranti. Ieri sera i 28 leader hanno sospeso i lavori del vertice dopo mezzanotte senza arrivare a un testo condiviso, affidando al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk di negoziare con il premier turco Ahmet Davutoglu. E la strada è tutta in salita per arrivare a un accordo. I due si vedono insieme al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e al premier olandese Mark Rutte, presidente di turno dell'Ue. Solo quando un testo concordato sarà definito Tusk convocherà nuovamente i 28.
Tra gli ostacoli maggiori al raggiungimento di un'intesa definire un meccanismo che renda legali decine di migliaia di rimpatri, trovare una soluzione che rassicuri Cipro e accontentare senza compromettersi troppo la Turchia sull'avanzamento dei negoziati di adesione. Sul primo fronte, se inizialmente, al vertice del 7 marzo scorso, si era ipotizzato un rimpatrio di massa in Turchia per poi provvedere da lì a stabilire chi doveva tornare in Europa e chi no, il meccanismo ora si è di molto ammorbidito: saranno rimpatriati i 'migranti irregolari' dalla Grecia verso la Turchia ma le domande di asilo per quelli che arrivano sulle isole greche saranno valutate dalle autorità europee e a essere rimpatriati saranno solo quelli che non faranno domanda o che riceveranno una risposta negativa. Ogni caso sarà valutato singolarmente, niente operazioni di massa. Tutto questo impianto richiederà decine di giudici, centinaia di pubblici ufficiali, personale Frontex necessario per i rimpatri, strutture per ospitare o trattenere, a seconda dei casi, migranti e richiedenti asilo. Resta in piedi immutato il meccanismo 'uno contro uno': per ogni siriano rimandato in Turchia, un rifugiato sarà inviato dalla Turchia in Europa. Il tutto fino a un massimo di 72mila persone. Soglia oltre la quale sarà necessario rivedere le intese.
C'è poi il problema di Cipro: Nicosia ha annunciato di voler porre il veto per bloccare l'accordo se Ankara non aprirà i suoi porti e aeroporti ai collegamenti con l'isola. Come potrebbe rappresentare un ostacolo importante la questione dell'adesione: la formula individuata finora sostanzialmente rimanda l'apertura di nuovi capitoli negoziali a data da destinarsi ed è presumibile che proprio questo rappresenterà il maggiore elemento di contrasto tra Ue e governo turco. Anche se la strada per un accordo è accidentata, lo spirito pare di ottimismo. "Si è discusso, vedremo se si riuscirà a trovare l'accordo", ha sottolineato il premier Renzi al termine del primo round negoziale.
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