Denaro stanziato per aiutare qualunque Stato Ue, non solo la Grecia, a gestire crisi umanitarie. Quest'anno pronti 300 milioni
Ancora tensione al confine tra Grecia e Macedonia e secondo giorno di sgombero dell'accampamento di Calais in Francia. Da quando i Paesi della rotta balcanica, a catena, hanno introdotto controlli più rigidi alle frontiere, in Grecia si è creata un'emergenza umanitaria: circa 30mila persone sono bloccate nel Paese nella speranza di poter continuare il loro viaggio per il nord Europa e oltre 8mila migranti si trovano solo a Idomeni. Piccolo villaggio che inizialmente contava poco più di 150 abitanti, Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, da quando è cominciata l'emergenza migratoria si è trasformato in luogo chiave: qui si trova una tendopoli che, nonostante ufficialmente possa accogliere solo 1.500 persone, di fatto ne ospita migliaia in più.
Per rispondere a questa crisi umanitaria l'Unione europea presenterà domani un piano di assistenza economica: secondo alcune fonti prevedrebbe lo stanziamento di 700 milioni di euro per i prossimi tre anni (cioè fino a fine 2018), 300 milioni per quest'anno. "L'Europa è sulla soglia di una largamente autoinflitta crisi umanitaria", ha dichiarato oggi l'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), chiedendo una migliore pianificazione e accoglienza per i profughi bloccati. Secondo i dati dell'agenzia, 131.724 profughi hanno attraversato il mar Mediterraneo a gennaio e febbraio, di più che nella prima metà del 2015.
Mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel segnala l'urgenza che l'Ue agisca, l'Austria – che a febbraio ha introdotto un tetto di 3.200 ingressi quotidiani – resta ferma nella sua posizione di non volere diventare una sorta di 'sala d'attesa' di migliaia di migranti in attesa di procedere verso nord. E la Croazia ha annunciato potrebbe decidere di dispiegare le proprie forze armate per aiutare la polizia a controllare i flussi migratori.
A Calais intanto centinaia di migranti hanno assistito increduli al secondo giorno di sgombero dell'accampamento ribattezzato con il nome 'giungla'. Negli ultimi mesi era stata la loro casa provvisoria, anche se sapevano che non era niente più che un trampolino per provare a entrare nel Regno Unito. Ma ruspe e operai dell'impresa incaricata dello sgombero dalle autorità francesi vanno eliminando a poco a poco tende e prefabbricati alle porte della città. Dopo gli scontri della notte, con arresti, lo smantellamento del campo è proseguito oggi sotto il controllo di un impressionante cordone di polizia e le violenze del primo giorno hanno ceduto il passo a impotenza e rabbia dei migranti.
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