di Matteo Bosco Bortolaso

Roma, 5 gen. (LaPresse) – Mentre stamattina sono state svelate le targhe in ricordo delle vittime di un anno fa alla redazione di Charlie Hebdo e al supermercato Hyper Cacher, in Francia si prospetta una serie di norme che daranno più potere a polizia e procure. Oggi il presidente francese, François Hollande, ha partecipato ad una cerimonia per svelare una targa in ricordo delle vittime della strage alla redazione del settimanale satirico colpito il 7 gennaio 2015. Sulla targa sono scritti i nomi delle 11 persone assassinate alla sede del giornale, che era in Rue Nicolas Appert, nell’11esimo arrondissement di Parigi. Hollande ha svelato una targa commemorativa anche al supermercato ‘Hyper Cacher’, che vendeva alimenti di tipo Kosher della tradizione ebraica e che è stato colpito dall’attentatore Amedy Coulibaly due giorni dopo Charlie Hebdo. La targa è stata posta “in memoria delle vittime di un attentato antisemita”.

PIU’ POTERE A PROCURE E POLIZIA. Intanto emerge che il governo francese, guidato dal premier Manuel Valls, ha messo a punto un pacchetto di norme che danno più potere alla pubblica accusa e alla polizia, sottraendole ai giudici istruttori. L’anticipazione arriva oggi sul quotidiano Le Monde, che ha avuto modo di consultare il testo che l’esecutivo ha trasmesso al Consiglio di Stato per un primo controllo sulla costituzionalità delle nuove misure. Un esempio illustrato da Le Monde riguarda le perquisizioni notturne, che normalmente sono permesse dopo il via libera del giudice istruttore. Secondo il progetto di legge, però, per attivare una perquisizione basteranno informazioni preliminari su minacce terroristiche. Tra le misure citate, poi, c’è anche la possibilità di imporre i domiciliari e un controllo di tipo amministrativo a chi torna da Iraq, Siria o è sospettato di “aver tentato di recarsi in teatri di operazioni di raggruppamenti terroristici”. Il quotidiano scrive inoltre che i poliziotti, che al momento possono trattenere persone senza documenti di identità fino a 4 ore, adesso potranno farlo anche con chi ha un documento o un passaporto, e anche nel caso sia minore. Le misure potrebbero sostituire lo stato d’urgenza attualmente in vigore, che dovrebbe durare fino al 26 febbraio, a meno di nuove proroghe.

ABDESLAM SCOPPIO’ A PIANGERE. Sul fronte delle indagini, invece, emerge che Salah Abdeslam, ricercato per gli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, incontrò la sua fidanzata tre giorni prima degli attentati e “scoppiò a piangere”, cosa che era “poco abituale” per lui. Lo ha riferito la stessa fidanzata durante un interrogatorio con la polizia poche ore dopo l’attentato, citato dal canale televisivo M6 e da altri media francesi. Fatima, nome di fantasia che i giornalisti hanno usato per la fidanzata 23enne, era “preoccupata” per la relazione con Abdeslam, che l’aveva incontrata in un bar a Bruxelles. Il giovane, agitato, aveva detto che sarebbe partito per qualche giorno. Pare che il sospetto della fidanzata, più che la preparazione di un attentato, fosse che Abdeslam volesse partire nuovamente per la Siria, come aveva già fatto nel settembre 2014.

LETTERA DI ADDIO IN BELGIO. In Belgio, intanto, una lettera d’addio trovata nella casa di Mohamed Karay, 27 anni, sospettato di aver preparato un attentato a Bruxelles a fine anno, sventato all’ultimo momento, conferma l’ipotesi che il giovane stesse pensando di morire nell’attacco. Secondo la ricostruzione della catena televisiva Vtm, l’obiettivo del giovane 27enne erano i soldati in pattuglia nella celebre Grand-Place della capitale belga, la piazza centrale visitatissima dai turisti di tutta Europa. Karay scrive nella lettera di volere che i suoi resti vengano riportati in Marocco, dove è sepolto suo padre. La famiglia di Karay, da parte sua, sostiene che era già al corrente della missiva, la quale non avrebbe nulla a che fare con il progetto di attentato, ma è stata scritta alla morte del padre del sospetto.

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