Kuala Lumpur (Malesia), 22 nov. (LaPresse) – “Troppe famiglie in troppi paesi stanno soffrendo per i continui attacchi terroristici, ci sono state fin troppe vittime. Dobbiamo ritrovare i nostri per combattere il terrorismo”. Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in conferenza stampa a margine del summit dell’Asean, l’associazione delle nazioni del Sudest asiatico.
“Dobbiamo sempre ricordare il valore della vita umana – ha ribadito – e proteggerla. I nostri amici qui in Asia sono stati anch’essi vittime del terrorismo ed è per questo che possono capire i recenti fatti in Europa. Con tutti i partner dell’Asia abbiamo cercato di affrontare questa minaccia. Negli ultimi anni gli Usa hanno costituito contro il terrorismo una vasta alleanza con oltre 60 partner: abbiamo preso molti impegni, e li stiamo portando avanti. Molte nazioni hanno deciso di partecipare alla campagna militare che stiamo promuovendo. Quindici paesi hanno praticamente collaborato sul campo per stabilizzare alcune aeree e sono stati molto attivi per quanto riguarda la formazione, per esempio l’Italia ha offerto formazione per la polizia irachena. Anche sul fronte umanitario stiamo sostenendo i siriani. L’Arabia Saudita ci sta aiutando contro lo Stato Islamico, la Malesia sta dando il suo contributo. La maggior parte dei paesi sta combattendo contro la minaccia terroristica. Fermeremo l’Isis, la coalizione non si fermerà, fermeremo i terroristi“, ha ribadito.
“Visto che non riescono a combatterci sul campo, i terroristi cercano di instillare il terrore ma non riusciranno”. Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando in conferenza stampa all’Asean. “Non inizieremo ad avere paura, non inizieremo a discriminare per la religione – ha ribadito – Dobbiamo rifiutare la loro ideologia, non siamo in guerra contro una religione, l’America non lo è ed è contraria a qualsiasi pregiudizio e qualsiasi discriminazione. Noi siamo contrari all’Isis e lo distruggeremo”.
“Strapperemo la terra che hanno rubato, taglieremo i loro mezzi di finanziamento, strapperemo le loro reti, decapiteremo i loro vertici e alla fine li distruggeremo – ha detto ancora Obama – Tutti faremo la nostra parte. Noi continueremo a guidare la coalizione, stiamo rafforzando collaborazione con la Francia e altri partner. Difenderemo la dignità di tutti i popoli, di tutte le persone. In questo senso riusciremo a sconfiggerli. Non c’è posto per un’ideologia come l’Isis all’interno del nostro mondo – ha concluso Obama – che vuole vivere in pace, in armonia e in sicurezza”.
“Si tratta per la Russia di adattare la loro strategia alla nostra coalizione“, ha detto Obama, parlando della situazione siriana. “Quando eravamo in Turchia ho parlato con il presidente Putin – ha spiegato Obama – Deve riconoscere che deve combattere chi ha ucciso i loro cittadini russi. Devono adattare le loro priorità al momento. Come ho già detto 5 anni fa, la questione con Assad non è solo come tratta la sua gente, non è solo questione di diritti umani, dal punto di vista più pratico non è concepibile che Assad possa riguadagnare legittimità in un Paese in cui la maggior parte della popolazione non lo vuole. La guerra civile non si fermerà se Assad rimane lì dov’è”. Si tratta, ha spiegato il presidente, “di vedere se possiamo instaurare progetto di transizione politica che possa riconoscere diritto di nuovo governo e portare al cessare il fuoco”.
La Russia, ha ribadito Obama, “non si è impegnata formalmente per una transizione che possa portare uscita di scena Assad. Vedremo nellen prossime settimane se c’è un punto di incontro. Vogliamo tutti che esista lo Stato siriano, abbiamo visto cosa è successo in Libano: dobbiamo portare avanti una transizione politica e sarà difficile non facile ma è su questo che dobbiamo lavorare”. Il leader Usa ha poi aggiunto: “Anche se cinicamente dovessi dire che la priorità è l’Isis e non mi interessassi ad Assad, gli Usa non potrebbero continuare le loro attività in Siria con Assad, quindi è una questione pratica e gran parte dei Paesi della nostra coalizione, compreso Hollande, sono con me”.
“E’ importante che tutti i leader mandino un segnale, che Parigi non può essere bloccata dalla violenza di pochi. Noi non ci sottomettiamo alla paura” ha detto il presidente Usa, “questo è il piano principale dei terroristi – ha spiegato -non possono colpire gli Usa, la Francia o un Paese come la Malesia, ma possono metterci paura. Potevamo essere noi, i nostri figli: abbiamo il cuore infranto da quelle immagini. Ma oltre a tutte le cose che stiamo facendo lo strumento più importante che abbiamo contro l’Isis è dire: non abbiamo paura. Loro sono un manipolo di assassini, e ci sono persone, ci sono sempre state, che hanno trovato scuse per uccidere. Noi non siamo come loro, li combattiamo, li sconfiggiamo, e non cambiamo a causa loro, né le nostre culture, né i nostri valori. Voglio essere chiaro: io non ho paura che l’Isis ci sconfiggerà“. Secondo Obama “chi ha progettato gli attentati di Parigi non è un cervello: ci sono persone malvagie che usano armi convenzionali e purtroppo se vuoi con queste armi ammazzi un sacco di gente. Dobbiamo smantellare queste reti, e dobbiamo affrontare questioni più ampie che esistono in una piccolissima parte della popolazione musulmana”.
Il leader statunitense ha poi parlato del dibattito sull’immigrazione in corso negli Usa. “I profughi che arrivano negli Stati Uniti sono i più controllati mai arrivati sul suolo americano”, ha assicurato. “Il processo che si è costituito nel corso di diverse amministrazioni è straordinariamente completo. Anche se la legge della Camera – ha detto riferendosi al dibattito sull’immigrazione in corso negli Usa – sembra che non rispetti proposte più radicali che abbiamo sentito da alcuni candidati, se andiamo avanti così non arriverà nessun profugo dalla Siria, ma questo non ci renderà più sicuri perché renderà impossibile controllare chi entra e il flusso di profughi che ne hanno straordinariamente bisogno sarà drammaticamente interrotto”. “E’ per questo – ha detto Obama – che parlavo dei nostri valori: abbiamo così tanta paura che un orfano non potrà entrare negli Usa e se siete genitori l’idea che noi non potremo trovare una casa per questi orfani da nessuna parte negli Usa è contrario ai nostri valori”.

