Barcellona (Spagna), 27 set. (LaPresse/Reuters) – I partiti indipendentisti della Catalogna sembrano destinati a ottenere il controllo del Parlamento regionale nelle elezioni in corso, preparandosi così a sfidare Madrid e dichiarare unilateralmente l’indipendenza dalla Spagna. Imboccando però una via verso la secessione che il governo centrale considera impossibile.

Secondo i sondaggi di opinione sul voto, gli indipendentisti del gruppo Junts pel Si (Insieme per il sì) e del partito di estrema sinistra Cup probabilmente mancheranno di poco il superamento del 50% dei voti, ma raggiungeranno la maggioranza dei seggi nel Parlameto di 135 seggi. Entrambi i movimenti hanno dichiarato che tale risultato permetterà loro di dichiarare l’indipendenza in modo unilaterale entro 18 mesi.

Il governo di centrodestra del premier Mariano Rajoy, che si è opposto a ogni tentativo di tenere un referendum sull’indipendenza della regione autonoma, ha definito il piano “insensato” e promesso di bloccarlo in tribunale.

Intanto a Barcellona, dove vivono tre quarti dei 5,5 milioni di catalani chiamati alle urne, oggi l’atmosfera è rilassata dopo una tesa campagna politica. Il governo regionale si aspetta che l’affluenza sia molto più alta rispetto alle ultime elezioni politiche del 2012 e secondo gli analisti un’affluenza decisamente alta potrebbe determinare un fattore sorpresa nel risultato del voto.

Secondo Montse Casamitjana, insegnante di Barcellona, il voto rappresenta il momento della verità in Catalogna: “Vogliamo decidere il nostro futuro e vogliamo sentire che veniamo ascoltati”, ha detto al seggio in cui è andata a votare, nel quartiere di Pedralbes. Altri elettori le hanno fatto eco, dicendosi stufi delle dispute politiche sull’indipendenza.

Secondo gli analisti, il risultato delle elezioni avrà conseguenze di lungo periodo sia a livello locale sia nazionale. La campagna per la secessione è a un momento decisivo. Il sostegno alla causa è costantemente diminuito dal picco del 2013 e un fallimento nel raggiungere la maggioranza darebbe un duro ulteriore colpo al movimento. Il voto potrebbe anche influenzare il corso delle elezioni generali di dicembre. I principali partiti nazionali, tutti desiderosi di guadagnare voti nella seconda regione più popolosa della Spagna, si sono detti pronti a discutere un regime fiscale più favorevole e una maggior spesa in infrastrutture per la Catalogna. E in base a come sarà costituito il futuro governo di Madrid, una riforma costituzionale potrebbe assumere forme molto diverse.

Con i separatisti convinti che l’indipendenza sia l’unica soluzione e con il prossimo governo di Madrid che con poca probabilità avrà una maggioranza stabile, i colloqui con la Catalogna potrebbero essere una questione assai dolorosa. Secondo molti analisti e politici, lenire il malcontento dei catalani vorrà dire percorrere una lunga e scivolosa strada. “Solo quando sarà adottato e messo al voto un pacchetto finale, il problema troverà una sua qualche soluzione”, ha dichiarato Antonio Barroso, analista della Teneo Intelligence. “Anche se i partiti secessionisti saranno in grado di restare uniti, ed è un grande se, e continueranno a spingere per l’indipendenza, tutte le concessioni da Madrid contribuiranno probabilmente a ostacolare lo slancio dei movimenti” indipendentisti, ha aggiunto.

Anche i mercati finanziari attendono l’esito del voto, ritenendo improbabile che l’indipendenza sia qualcosa di prevedibile a breve. Le banche spagnole alcuni giorni fa hanno messo in guardia sul fatto che potrebbero lasciare la Catalogna, in caso di secessione, mentre la Banca di Spagna ha ipotizzato il rischio di uscita dall’euro della regione.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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