Kabul (Afghanistan), 29 lug. (LaPresse) – L’ufficio del presidente afghano Ashraf Ghani non è in grado di “confermare né smentire” le notizie circa la morte del mullah Omar. Secondo quanto riferito in precedenza a Efe da una fonte anonima delle forze di sicurezza, il mullah sarebbe morto “da due o tre anni”, in un luogo sconosciuto. Il governo afghano, ha aggiunto la fonte, è stato informato della morte del leader talebano dalle autorità del Pakistan, poco dopo l’inizio dei negoziati fra Kabul e gli insorti. A confermare che Kabul sapeva da tempo della morte del mullah Omar arriva anche un tweet dell’ex capo dei servizi segreti afghani, Assadullah Khalid, che ha guidato l’intelligence di Kabul fra il 2012 e il gennaio del 2015: “I nostri servizi di intelligence sapevano da anni che il mullah Omar non è più in vita”.
In mattinata il portavoce dei talebani afghani, Zabihullah Mujahid aveva detto che il leader è “vivo” e che le voci circa la sua morte sono senza fondamento, mentre un funzionario del governo, rimasto anonimo, aveva riferito che il mullah Omar è morto (ecco la sua vera identità). Secondo quanto riferito da Reuters, un portavoce della presidenza ha detto che il governo di Kabul sta indagando sulle voci, circolate oggi, che annunciano la morte del leader talebano.
Le voci sulla morte del Mullah Omar, guida ‘spirituale’ dei talebani, si susseguono da anni. Così come le notizie, mai confermate, sui suoi presunti arresti. Stando, però, al sito di informazione afghano ‘1tvNews’, questa volta la notizia del decesso sarebbe stata confermata da un funzionario del governo, che ha chiesto di rimanere anonimo.
Nonostante in Rete continuino a essere diffusi i suoi messaggi, del Mullah Omar si sono perse le tracce nel 2001, subito dopo l’intervento militare americano in Afghanistan. Ma anche prima di quella data sul suo conto si sapeva pochissimo. Digitando il suo nome su Internet emergono solo due foto. Capo indiscusso del Paese tra il 1994 e il 2001, negli anni dell’Emirato Islamico governato dai talebani, su di lui pendeva una taglia di 10 milioni di dollari offerti dagli Stati Uniti a chiunque fornisse informazioni utili al suo ritrovamento. La guida spirituale dei talebani, infatti, era ricercata per aver protetto Osama Bin Laden, e la rete terroristica di Al-Qaida, prima e dopo gli attentati dell’11 settembre 2011.
La notizia della morte di uno dei terroristi più ricercati al mondo, come riportato da ‘1tvNews’ segue di pochi giorni l’annuncio del secondo round di colloqui fra una delegazione talebana e esponenti del governo afghano per cercare di ristabilire la pace nel Paese.
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