Nuova Delhi (India), 26 lug. (LaPresse) – L’India ha deciso di opporsi alla richiesta dell’Italia di “astenersi dal prendere o applicare misure giuridiche o amministrative” nei confronti dei due fucilieri della marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, e di “garantire che le restrizioni sulla libertà, sicurezza o movimento dei due marò siano rimosse al più presto”. Lo riporta il quotidiano indiano ‘The Hindu’, che ha intervistato il vice procuratore generale aggiunto PS Narsimha, il quale il 10 agosto rappresenterà l’India davanti al Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) ad Amburgo.
“Noi sosterremo fermamente che solo l’India è competente sui reati commessi all’interno del Paese e che l’Itlos non ha giurisdizione”, ha dichiarato PS Narsimha. “Davanti alla Corte – ha precisato ancora – affermeremo anche che l’Italia non ha ancora esaurito tutti i ricorsi, requisito necessario per presentare istanza all’Itlos. Inoltre, non riteniamo che ci siano circostanze convincenti per adottare misure provvisorie”.
Venerdì il giudice Vladimir Golitsyn ha comunicato di aver fissato per il 10 agosto l’udienza pubblica di apertura del caso. Lo scorso 21 luglio, infatti, l’Italia ha presentato una richiesta alla Corte per la prescrizione delle misure provvisorie ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, in relazione all’incidente che ha coinvolto la petroliera Enrica Lexie. Latorre, attualmente in Italia per motivi di salute, e Girone sono accusati di aver aperto il fuoco, uccidendo due pescatori indiani del Kerala nel febbraio 2012.
“L’India – ha aggiunto il vice procuratore generale aggiunto – comparirà davanti ai giudici dell’Itlos, che può considerare solo misure provvisorie, in attesa che il caso sia esaminato dalla Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja in base all’allegato 7 della Convenzione”. Il giornale riferisce, inoltre, che Nuova Delhi sta cercando il sostegno di un esperto in arbitrati internazionali di Ginevra.
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