Atene (Grecia), 21 lug. (LaPresse/EFE) – Il governo greco ha presentato in Parlamento il disegno di legge contenente la seconda serie di riforme richieste dai creditori internazionali in cambio del terzo pacchetto di aiuti per il Paese, che verrà votato domani. Il testo prevede modifiche al codice civile e l’adozione della direttiva europea Brrd, che fa riferimento al risanamento delle banche e garantisce la tutela dei depositi bancari fino a 100mila euro.
L’iter d’urgenza seguito da questa legge prevede che il testo venga analizzato domani per tutta la giornata dalle commissioni parlamentari e che poi di sera inizi il dibattito, che sarà seguito dal voto. Dall’approvazione di questa legge dipende l’inizio dei negoziati fra Atene e i creditori internazionali sul terzo programma di aiuti. Fonti del governo di Atene hanno riferito che il disegno di legge non include l’eliminazione delle agevolazioni fiscali per gli agricoltori né restrizioni sui pensionamenti anticipati.
Inizialmente era circolata la voce che l’eliminazione delle agevolazioni per gli agricoltori e le restrizioni sui pensionamenti anticipati avrebbero potuto essere inclusi nelle misure da votare domani, nonostante non siano tra gli elementi sui quali l’accordo con i creditori prevedeva di legiferare entro il 22 luglio. Queste due misure potrebbero essere votate insieme con altri provvedimenti in un’altra seduta del Parlamento, che potrebbe tenersi all’inizio di agosto. L’aumento dal 13 al 26% della tassazione sulle entrate degli agricoltori aveva provocato le proteste di numerosi deputati della coalizione di governo e dei partiti di opposizione, che hanno fra i contadini una vasta parte del loro elettorato. Anche la riforma riguardante il codice civile ha suscitato delle proteste, soprattutto fra giudici e avvocati, che hanno criticato la mancanza di informazioni sui cambiamenti previsti. Il voto di domani sarà una nuova prova di unità per il partito del premier Alexis Tsipras, dopo che mercoledì scorso 39 deputati di Syriza hanno votato contro l’accordo, fatto che ha spinto il primo ministro ad attuare un rimpasto di governo per rimuovere i dissidenti.
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