Vienna (Austria), 13 lug. (LaPresse/EFE) – In attesa dell’annuncio di un accordo storico sul nucleare iraniano, a Vienna si limano i dettagli del documento di 80 pagine che dovrebbe essere siglato da Teheran con il cosiddetto gruppo 5+1 (Cina, Usa, Francia, Russia, Regno Unito e Germania). L’intesa dovrebbe porre fine a 13 anni di tensioni internazionali legate ai sospetti che l’Iran abbia tentato o tenti di fabbricare armi nucleari. La scadenza per il raggiungimento dell’accordo è stata fissata per oggi a mezzanotte e per le 19 ora italiana è atteso un raro discorso tv del presidente iraniano Hassan Rohani, in cui si vocifera che verrà annunciata l’intesa.
Dopo 16 giorni consecutivi di maratona negoziale, le indiscrezioni filtrate da diverse delegazioni da ieri sera indicano che l’intesa c’è praticamente su tutti gli aspetti tecnici ma, almeno fino ad alcune ore fa, mancavano ancora alcune “decisioni politiche“. Fra i tanti scogli, i principali che hanno portato ai diversi rinvii dell’accordo sono quelli relativi a sanzioni ed embargo sulle armi.
Le sanzioni. In primo luogo l’Iran chiede una rimozione immediata delle sanzioni non appena sarà firmato l’accordo, mentre le potenze occidentali preferiscono un allentamento graduale. In secondo luogo, a proposito dell’embargo sulle armi, le potenze occidentali (Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania) sostengono che la revoca delle sanzioni debba riguardare solo gli aspetti economici, commerciali e il nucleare, ma non le armi; cosa che invece invoca l’Iran, sostenuto dalla Russia.
Washington e gli alleati europei temono che Teheran possa sfruttare il rilancio economico di un eventuale accordo per armarsi e distribuire armi tra i suoi alleati in Medioriente, sia Stati come la Siria, sia gruppi come Hezbollah e Hamas. A questi scogli principali si sono unite le discussioni sulla possibilità degli ispettori dell’Aiea di compiere verifiche anche in siti militari e altre questioni più tecniche.
Le basi di un compromesso duraturo, prossimo alla firma, dovrebbero essere queste: in cambio di limitazioni sul programma nucleare iraniano, che saranno verificate dalle Nazioni unite, la comunità internazionale si dice pronta a sostenere un programma nucleare civile in Iran e a eliminare le misure punitive che pesano sul Paese.
Ad aprile scorso era stato raggiunto a Losanna, in Svizzera, un accordo quadro fra Iran e 5+1, che si erano ripromessi di cercare poi un’intesa definitiva più dettagliata entro il 30 giugno. Quella scadenza è stata rinviata una prima volta a venerdì 10 luglio e una seconda volta a oggi, 13 luglio. Ulteriori estensioni non dovrebbero essercene, almeno così aveva assicurato ieri sera il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif. E l’annuncio del discorso di Rohani atteso stasera sembrerebbe confermarlo. I colloqui sul nucleare iraniano sono ricominciati dopo l’elezione di Rohani alla presidenza, nel 2013, e a novembre di quell’anno era stato raggiunto un accordo ad interim.
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