dal nostro inviato Fabio De Ponte
Riga (Lettonia), 22 mag. (LaPresse) – Appare in salita la strada per l’Italia sul fronte della ripartizione delle quote di rifugiati in Europa. Già in mattinata il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva confermato che qualche contatto a margine del vertice europeo sul partenariato orientale di Riga c’era stato sulla questione: “Sì, certamente”, aveva risposto a chi glielo chiedeva, anche se il premier Matteo Renzi aveva preferito tenere la questione sottotraccia. “Non è l’oggetto della discussione di oggi”, aveva spiegato. All’ultimo minuto però, lasciando la capitale lettone, è stato il presidente francese Francois Hollande a gelare tutti, spiegando di aver parlato con Renzi e di avergli detto che “l’accoglienza e la registrazione per distinguere tra i migranti economici e quelli che hanno diritto all’asilo” deve essere fatta “nei Paesi di fronte” al Mediterraneo, come l’Italia.
Una presa di posizione (probabilmente l’incontro tra i due è avvenuto ieri sera alla cena dei leader) di fronte alla quale Renzi ha preferito evitare la polemica: “Ne stiamo parlando – ha spiegato stamane – a tutti i livelli in vista del Consiglio dei ministri dell’Interno del 15 giugno e poi del Consiglio europeo del 25 giugno.
Credo che ci sia tutto lo spazio per trovare un punto di intesa, non sono preoccupato su questo”.
Per convincere i partner europei, Renzi ha ripetuto anche di avere intenzione di riportare in superficie l’imbarcazione affondata il 18 aprile scorso provocando la morte di oltre 800 migranti. “Credo che sia impossibile – ha detto – pensare di tenere quella nave lontana dagli occhi. La coscienza dell’Europa non sta a 380 metri di profondità. Anche per questo andremo a restituire una sepoltura a quei fratelli e quelle sorelle sepolti in mare, anche a dimostrare che l’Europa deve guardare negli occhi questo dramma”.
Preoccupato è apparso Gentiloni: “Mi preoccupa – ha spiegato poco prima di lasciare Riga – il diffondersi di posizioni che non tengono in considerazione fino in fondo la necessità di condividere lo sforzo” di farsi carico dei migranti in arrivo. “Però – ha aggiunto – facciamo un passo alla volta. Mi aspetto che la Commissione europea la prossima settimana, con la sua proposta legislativa, confermi le ipotesi formulate nell’agenda, anche quantificando il numero di rifugiati oggetto di ricollocazione”. “Se il 27 – ha concluso – la Commissione confermerà l’impostazione dell’agenda europea si aprirà una discussione e spero che alcune posizioni possano trovare un compromesso”.
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