Dal nostro inviato Fabio De Ponte
Tunisi (Tunisia), 24 mar. (LaPresse) – Potrebbe rientrare già nelle prossime quarantotto ore Lorena Boni, una delle due donne tuttora ricoverata a Tunisi, mentre l’altra, Anna Abagnale, torinese, è ancora in condizioni critiche e, sedata, non ha neppure potuto parlare col ministro che è andato a trovarla in ospedale. E’ il quadro che emerge dal giro di ricognizione del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che oggi è stato a Tunisi per una visita lampo di poche ore. Il titolare della Farnesina ha incontrato il suo omologo tunisino, Taieb Baccouche, e il presidente Beji Caid Essebsi. E soprattutto è stato al Bardo, il museo nel quale si è consumata la strage dei terroristi mercoledì scorso.
Una visita, ha spiegato Gentiloni, che è servita a portare “un messaggio molto chiaro alla Tunisia: l’Italia e la comunità internazionale sono consapevoli dell’importanza che la scelta costituzionale della Tunisia prosegua. In fondo la visita a questo museo – ha aggiunto – dove è avvenuta la strage terroristica, è un modo per dire che la democrazia e la cultura sono più forti del terrorismo”.
Proprio oggi il museo ha riaperto i battenti con un concerto di archi e una coreografia di bandiere, accompagnata dalla danza di un gruppo di giovani. Davanti al museo centinaia di persone con bandiere e striscioni per salutare la riapertura della struttura museale. Al primo piano i segni della violenza terroristica, con enormi buchi dei proiettili nel muro e nelle vetrate. Accanto, però, intatte, le sale dei mosaici per cui è famoso il museo: opere di una magnificenza spettacolare, che hanno fortunatamente resistito perfettamente alla furia delle armi.
Ma non è stata una missione solo simbolica. “Sul piano economico – ha spiegato Gentiloni – lavoreremo insieme alla Francia, ne abbiamo parlato venerdì al vertice italo-francese, per coinvolgere l’Unione europea inserendo nel piano Juncker la possibilità di interventi in Tunisia”. Insomma, l’idea è quella di destinare un po’ di risorse di Bruxelles alla fragile democrazia della sponda sud del Mediterraneo.
Somme che si aggiungerebbero ai 250 milioni di euro che l’Ue ha già messo in campo per il biennio 2014-2015 per il Paese. E che potrebbero essere accompagnate anche da altri fondi, quelli della cooperazione transfrontaliera, di cui sono dotate diverse regioni italiane, come la Sicilia, che potrebbe destinarne una parte proprio a progetti congiunti con la Tunisia. Intanto, per iniziare da qualcosa di concreto, l’Italia – ha annunciato Gentiloni – ha ufficializzato oggi la cancellazione di debiti per 25 milioni di euro alla Tunisia.
L’altro fronte sul quale i due Paesi possono cooperare trovare un canale di cooperazione è quello della lotta al terrorismo. Con la Tunisia, ha spiegato Gentiloni, “noi abbiamo già una cooperazione molto consistente sui servizi all’informazione”. “La Libia – ha detto il ministro degli Esteri – è una preoccupazione comune per Italia e Tunisia e abbiamo una cooperazione tecnica sulla sorveglianza notturna della frontiera tunisina con la Libia, grazie a un sistema di visori italiano.
Possiamo incrementarla. Il ministro della Difesa tunisino – ha annunciato Gentiloni – sarà a Roma nel mese di aprile per discuterne con Roberta Pinotti”.
D’altra parte, ha spiegato il titolare della Farnesina, non c’è altra strada: “Le cause del terrorismo – ha detto – sono un problema che va affrontato insieme alla comunità islamica. Lo sradicamento della minaccia terroristica, la sua sconfitta e il suo isolamento, è una sfida comune tra Paesi occidentali e Paesi a maggioranza islamica, che sono i primi a essere colpiti”.
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