Sanaa (Yemen), 20 mar. (LaPresse/Xinhua) – Ondata di attacchi contro gli sciiti houthi in Yemen, dove autobombe e attentati suicidi hanno ucciso 137 persone. A Sanaa, due kamikaze hanno fatto detonare le loro cinture esplosive contro due moschee, mentre erano in corso le preghiere. Lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità degli attentati con un comunicato.

GLI ATTACCHI. La prima moschea colpita è stata quella di Badr, nel nordest della città. La seconda è stata quella di Hashoush nel nordest. I due edifici religiosi sono controllati dagli sciiti houthi, quindi la gran parte delle vittime appartiene a questo gruppo. Il gruppo etnico è stato bersaglio di un attacco anche nella provincia di Saada, sua roccaforte. La televisione al-Maseera, gestita dagli Houthi, ha riportato che 137 persone sono morte e 350 sono rimaste ferite a Sanaa e Saada. Tuttavia il ministero dell’Interno ha riferito che almeno 120 persone sono rimaste uccise nei quattro attacchi suicidi.

LA RIVENDICAZIONE DELLO STATO ISLAMICO. “Cinque soldati dello Stato islamico che indossavano giubbotti esplosivi hanno lanciato un’operazione suicida in Yemen. Quattro di loro si sono recati in due sedi degli sciiti Houthi nelle moschee di Badr e Hashoush nella capitale Sanaa. Il quinto soldato è andato nella roccaforte Houthi di Saada”, si legge nel comunicato emesso dall’ufficio mediatico dello Stato islamico in Yemen.

LE TENSIONI NEL PAESE. Tensioni sono in corso in Yemen da quando gli houthi hanno preso il controllo a settembre della capitale Sanaa, in una disputa politica con il presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi. Sono alleati dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh, che nonostante abbia lasciato il potere a causa di proteste di piazza continua ad avere influenza sulle forze armate.

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