Kiev (Ucraina), 20 feb. (LaPresse/Reuters) – In Ucraina prove della polizia dimostrano che un alto consigliere della presidenza russa, Vladislav Surkov, aveva diretto i “gruppi di cecchini stranieri” che hanno aperto il fuoco contro i manifestanti a Kiev un anno fa, causando dei morti. Lo ha detto il presidente ucraino Petro Poroshenko. Per il ministero degli Esteri russo, le accuse avanzate dal leader ucraino sono “un’assurdità”.

Poroshenko ha parlato durante un incontro con i parenti delle circa 100 persone che vennero uccise in tre giorni l’anno scorso, durante le proteste a piazza d’Indipendenza a Kiev contro il presidente appoggiato dalla Russia, Viktor Yanukovich. Le autorità che indagano sulle proteste dell’anno scorso, ha riferito Poroshenko, hanno stabilito un chiaro “legame russo” con le sparatorie.

Alcune registrazioni telefoniche, ha detto inoltre Poroshenko, dimostrano che ci furono conversazioni telefoniche regolari tra Yanukovych e i servizi di sicurezza russi, che rivelano “un chiaro legame russo” con le sparatorie. “Si erano preparati per le sparatorie insieme in anticipo”, ha affermato il presidente. Surkov è un consigliere del presidente russo Vladimir Putin e viene spesso descritto come ‘l’eminenza grigia’ del Cremlino. Il politico ha fatto parte della delegazione russa ai negoziati di Minsk la settimana scorsa tra i leader di Russia, Ucraina, Germania e Francia, ed era responsabile dei rapporti con i leader separatisti. Nel fine settimana gli ucraini commemoreranno l’anniversario delle giornate più violenti delle proteste antigovernative dell’anno scorso. L’ex presidente Yanukovych è stato inserito nell’elenco delle persone ricercate da Interpol per le accuse di appropriazione indebita e malversazione formulate dalle autorità di Kiev.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata