Peshawar (Pakistan), 17 dic. (LaPresse/AP) – Dopo la strage nella scuola militare di Peshawar, oggi in Pakistan è la giornata del lutto. In tutto il Paese, in particolare nelle scuole, si sono tenute veglie funebri a ricordo delle vittime, il cui numero totale è salito a 148 (132 studenti e 16 membri dello staff). Tra le nuove vittime trovato anche il corpo della preside dell’istituto, Tahira Qazi, uccisa nel suo ufficio. Alcuni funerali si sono tenuti nella notte, ma molte delle persone uccise saranno sepolte oggi. Nell’attacco sono anche rimasti feriti 121 studenti e tre membri dello staff. Ieri il premier Nawaz Sharif ha proclamato tre giorni di lutto nazionale in seguito all’attacco.

“Hanno distrutto in pochi minuti ciò per cui ho vissuto nella mia intera vita, mio figlio”, ha detto Akhtar Hussain, piangendo, mentre seppelliva Fahad, 14 anni, morto nell’attacco. L’uomo ha spiegato di aver lavorato per anni a Dubai per dare una vita dignitosa ai propri figli. “Questo innocente – ha aggiunto – è ormai in una tomba e io non vedo l’ora di unirmi a lui, non posso più vivere”. Dopo l’attacco, i talebani hanno spiegato di aver voluto rispondere all’offensiva militare nel nordovest del Paese, lanciata a giugno.

Oggi ai media è stato permesso di entrare nella scuola. Sangue sulle scale e sul pavimento, tra vetri rotti e serramenti divelti. Un paio di occhiali da bambino rotto giacciono per terra. Secondo quanto ha riferito ai giornalisti il maggiore generale Asim Bajwa, portavoce dell’esercito, dopo essere entrati nell’istituto gli assalitori si sono fatti strada verso il principale auditorium dove molti studenti si erano radunati per un evento. I militanti si sono quindi diretti verso il palco e hanno iniziato a sparare a caso sulla folla. Quando i ragazzi hanno tentato di fuggire verso le porte sono stati raggiunti da colpi di armi da fuoco. Al termine della strage, l’esercito ha recuperato un centinaio di corpi nell’auditorium. “Non è un atto umano, è una tragedia umana”, ha affermato Bajwa. La preside Tahira Qazi era all’interno del suo ufficio quando i militanti hanno fatto irruzione nell’edificio dell’amministrazione, a circa 20 metri dall’auditorium. La donna ha provato a scappare, si è chiusa in bagno, ma gli assalitori hanno lanciato all’interno una granata, attraverso un foro, uccidendola.

Solidarietà al Pakistan è arrivata da tutto il mondo e oggi le scuole indiane hanno osservato due minuti di silenzio per le vittime. Il primo ministro Narendra Modi ha definito l’attacco un’azione “senza senso” e “di indicibile brutalità”.

Intanto, tornano a farsi sentire gli autori dell’attentato. In una mail diffusa oggi il portavoce dei talebani pakistani, Mohammad Khurasani, ha affermato che l’attacco è giustificato perché da tempo l’esercito di Islamabad sta uccidendo bambini e famigliari innocenti dei combattenti. Nel messaggio il portavoce ha minacciato nuovi attacchi e ha invitato i civili a stare lontani dalle strutture militari. I talebani pakistani hanno inoltre pubblicato online alcune fotografie di sei combattenti che avrebbero preso parte all’azione di ieri. In uno scatto è possibile vedere i militanti indossare le divise dell’esercito, al fianco di un leader talebano locale.

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