Gerusalemme, 19 nov. (LaPresse) – “Stiamo precipitando nella dimensione del fanatismo e dell’irrazionalità, siamo ormai sull’orlo dell’abisso. Il conflitto che stiamo vivendo ha fatto un salto indietro nel tempo, è sempre più brutale e più selvaggio. Le stesse armi usate per la strage, coltelli e accette, testimoniano il ritorno a una guerra tribale”. Così lo scrittore israeliano David Grossman, in un’intervista a Repubblica, riferendosi alle recenti violenze e tensioni tra Israele e palestinesi. “Un profondo dolore e rabbia – continua Grossman – si mescolano per lassassinio di persone innocenti, nel momento della preghiera del mattino, colpiti a casaccio, alla cieca, solo perché erano israeliani ed ebrei. Ma sento anche una grande frustrazione nel vedere, giorno dopo giorno, nuove vittime dalle due parti. Questo circolo vizioso di violenza e di odio, che coinvolge nella sua spirale sempre più gente e che si sta trasformando da conflitto politico, che forse ha ancora una qualche piccola possibilità di venir risolto, in conflitto religioso, fondamentalista e di conseguenza irrazionale e primordiale”.
“Ciò che oggi vediamo a Gerusalemme, giorno per giorno e quasi ora per ora, è un pericolosissimo precipitare nella dimensione del fanatismo e dell’irrazionalità. Si vede anche come l’estremismo barbaro venuto dall’Is (Stato islamico, ndr), che ha introdotto dei modi di operare del tipo di quello di cui oggi siamo stati testimoni sta infiltrandosi nel conflitto israelo-palestinese. Sarà quindi molto più difficile adesso che in precedenza cercare una soluzione del conflitto e forse ciò dovrebbe essere il motivo e la spinta per i leader dei due popoli ad agire subito e con la massima potenza, iniziando un processo di dialogo fra loro, invece di insultarsi e incolparsi a vicenda, incitando ancora di più all’odio”, conclude Grossman.
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