Mosca (Russia), 17 nov. (LaPresse/AP) – La pace in Ucraina è possibile ma nessuna delle due parti in conflitto sta rispettando in pieno l’accordo per il cessate il fuoco firmato a settembre. Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, in un’intervista trasmessa ieri sera in diretta alla tv tedesca, in cui ha affermato di essere convinto che sia possibile porre fine alla situazione di stallo in Ucraina orientale. Né i ribelli filorussi né l’esercito ucraino si sono completamente ritirati dalle aree chiave della regione per creare una zona cuscinetto, ha aggiunto Putin, sottolineando come una parte chiave dell’accordo di settembre non sia rispettata.
“È vero che ci sono alcuni insediamenti che le formazioni ribelli armate dovrebbero abbandonare e non lo stanno facendo”, ha detto Putin nell’intervista, aggiungendo però che la responsabilità è degli ucraini, che non rispettano gli accordi di settembre e danno il cattivo esempio ai filorussi. Il presidente ha anche tenuto toni più diplomatici nell’intervista, affermando che l’Ucraina è secondo lui “un grande Paese europeo con una cultura europea”. Tuttavia ha duramente criticato i nazionalisti di estrema destra ucraini e quella che Mosca vede come una repressione dei russofoni nella regione. “Lo dirò con franchezza: siamo molto preoccupati dalla possibilità che emerga il desiderio di compiere una pulizia etnica. Abbiamo paura di una deriva verso il neonazismo nella regione”, ha aggiunto.
In risposta a una domanda sulla possibilità che la Russia stia armando i ribelli, come affermato sia da Kiev sia dall’Occidente, Putin ha risposto solo che “chiunque combatta in una lotta che ritiene giusta troverà le armi”. Senza quegli armamenti, ha proseguito, i filorussi verrebbero rapidamente distrutti dall’armata ucraina, eventualità che Mosca “non vuole e non permetterà”. Parlando dall’Australia dopo la fine del vertice del G20 a Brisbane, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che le sanzioni contro la Russia resteranno in vigore “finché sarà necessario”. Merkel si è poi espressa contro un sistema politico dominato dalle “sfere di influenza, che respinge le leggi internazionali” e ha avvertito che i conflitti regionali come quello in Ucraina “possono diventare rapidamente grandi focolai di guerra”.
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