Il Cairo (Egitto), 12 ott. (LaPresse/AP) – Si è aperta oggi al Cairo la conferenza internazionale dei donatori per la ricostruzione di Gaza dopo l’offensiva israeliana Margine protettivo. Presenti figure internazionali come il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il segretario di Stato Usa John Kerry, la ministra degli Esteri italiana Federica Mogherini, Alto rappresentante designato dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e Catherine Ashton, numero uno uscente della diplomazia Ue. Di seguito un visione della distruzione di Gaza in seguito all’offensiva di Israele.

CASE. Secondo le Nazioni unite, quasi 100mila unità abitative sono state distrutte o danneggiate, ben oltre le 60mila stimate inizialmente.

SFOLLATI. Oltre 100mila persone sono ancora sfollate. Tra loro 57mila vivono in rifugi comuni, tra cui le scuole gestite dall’Onu, e 47mila da famiglie ospitanti.

IMPRESE. Oltre mille imprese industriali sono state costrette a chiudere perché distrutte o danneggiate. Stessa sorte per oltre 4.200 negozi e altre imprese commerciali.

INFRASTRUTTURE. Oltre due dozzine di pozzi per l’acqua sono stati danneggiati. Quasi 50 chilometri di rete idrica e oltre 17 chilometri di tubazioni di scarico sono stati distrutti. Danneggiata da un raid anche l’unica centrale elettrica di Gaza.

MACERIE. Ancora 2,5 milioni di tonnellate di macerie devono essere rimosse.

LA GUERRA. L’operazione Margine protettivo è durata 50 giorni e terminata il 27 agosto, con la firma del cessate il fuoco. Israele ha lanciato migliaia di raid aerei su quelli che definiva obiettivi di Hamas, in realtà però colpendo molti edifici civili. Oltre 2.100 le vittime palestinesi, 72 i morti israeliani di cui 66 soldati.

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