Chilpancingo (Messico), 8 ott. (LaPresse/AP) – Migliaia di insegnanti, attivisti e residenti sono scesi in strada a Chilpancingo, capoluogo dello Stato messicano di Guerrero, per protestare contro la scomparsa di 43 studenti a seguito di scontri con la polizia avvenuti durante una manifestazione lo scorso 26 settembre a Iguala. Dimostranti hanno bloccato l’autostrada, marciando dietro uno striscione con su scritto ‘Chi governa il Guerrero?’, un riferimento al fatto che la polizia locale legata alla criminalità organizzata è coinvolta nella scomparsa dei giovani.
Intanto gli investigatori non hanno ancora stabilito se i 28 corpi trovati nel fine settimana in una fossa comune alle porte di Iguala siano di alcuni degli studenti. Il giorno della scomparsa degli studenti la moglie del sindaco di Iguala, nota per legami a cartelli della droga, aveva fatto un discorso a funzionari locali. Ad un certo punto si erano sentiti degli spari; alcuni ufficiali sostengono che i due eventi fossero collegati, ma gli investigatori sottolineano di non aver ancora stabilito il motivo delle violenze del 26 settembre, in cui avevano perso la vita sei persone e altre 25 erano rimaste ferite.
I giovani scomparsi sono studenti di un collegio per insegnanti, noti per le loro proteste contro i cartelli della droga. I ragazzi erano a Iguala per un evento di raccolta fondi e si stavano preparando per ripartire verso casa quando la moglie del sindaco stava finendo il suo discorso. Secondo testimoni, poliziotti locali con legami con il cartello Guerreros Unidos hanno aperto il fuoco contro i bus degli studenti e contro passanti innocenti a bordo di altri veicoli. Il sindaco di Iguala e la moglie sono latitanti, mentre le autorità hanno arrestato 22 tra agenti e funzionari locali. I poliziotti imprigionati, ha riferito la procura, hanno negato di aver ucciso qualcuno, ma nei loro furgoni sono state trovate macchie di sangue. Un agente, riporta la procura, ha ammesso di aver consegnato almeno dieci studenti a “persone che non conosceva”.
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