Rio de Janeiro (Brasile), 5 ott. (LaPresse) – Oggi circa 143 milioni di brasiliani si recheranno alle urne per le elezioni presidenziali. Tre i candidati principali: l’attuale presidente Dilma Roussef, l’ambientalista socialista Marina Silva, subentrata a Eduardo Campos morto in un incidente aereo nell’agosto scorso, e il centrista Aécio Neves. Se nessun candidato otterrà la maggioranza assoluta, cioè il 50% + 1 delle preferenze, i primi due andranno al ballottaggio, che è fissato per il 26 ottobre. Di seguito il profilo dei tre candidati principali.
DILMA ROUSSEFF. Classe 1947, cominciò la sua militanza partecipando alla lotta armata contro la dittatura militare brasiliana, dal 1964 al 1985, in organizzazioni come il Colina (Comando de Libertação Nacional) e la Var Palmares (Vanguarda Armada Revolucionßria Palmares). Trascorse quasi tre anni in prigione fra il 1970 e il 1972, subendo torture. Negli anni Novanta riceve l’incarico di Segretaria municipale della Fazenda di Porto Alegre nel governo di Alceu Collares e più tardi diventa segretaria statale per le Miniere e per l’Energia nei governi di Alceu Collares e di Olívio Dutra. Con Carlos Araújo, suo compagno per più di 30 anni, si avvicinò nel 2001 al Partido dos Trabalhadores, il Partito dei lavoratori. Partecipò al gruppo di lavoro che stese il piano del governo nel settore energetico per l’elezione di Luiz Inacio Lula da Silva alla presidenza del Brasile nel 2002. Delfina di Lula, fu nominata ministro della Casa Civil, una sorta di ministero degli Interni con funzioni di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Alle elezioni politiche del 2010 Rousseff si è fermata fra 2 e 3 punti sotto la soglia del 50%: il 31 ottobre di quell’anno ha vinto al ballottaggio contro il socialdemocratico José Serra. In carica dal primo gennaio 2011, Dilma Rousseff è stata la prima donna presidente del Brasile. Economista affermata, è popolare tra gli elettori della classe media e medio-bassa che hanno beneficiato dei programmi di governo vedendo migliorare il proprio tenore di vita. I suoi avversari politici le rimproverano una crescita debolissima dell’economia, stimata dello 0,7% nel 2014, ma soprattutto gli alti tassi d’interesse e l’inflazione.
MARINA SILVA. Originaria dello Stato amazzonico di Acre, Silva ha una storia difficile alle spalle: cresciuta in una palafitta, rimase analfabeta fino a 16 anni, quando fu mandata nella capitale dello Stato, Rio Branco, per curarsi dall’epatite e per imparare a leggere e scrivere. Quando aveva 15 anni la madre morì. Profondamente religiosa e ora cristiana evangelica, da giovane voleva diventare suora. Andò a studiare in un convento e lì ha incontrato i sacerdoti aderenti alla teologia della liberazione, un movimento latinoamericano che sostiene la lotta a favore delle classi indigenti. Nel 1981 si iscrisse all’università di Acre, dove si laureò in storia. Cominciò a insegnare in una scuola media e si impegnò nel movimento sindacale. Lottò a fianco di Chico Mendes fondando con lui la Central Única dos Trabalhadores (CUT) di Acre nel 1985, della quale fu vice coordinatrice fino al 1986. Nello stesso anno, entrò nel Partido dos Trabalhadores (Pt) e si candidò alla carica di deputato federale, non venendo però eletta. Nel 1989 fu membro del Consiglio comunale di Rio Branco. Nel 1995 divenne senatore federale. E’ stata segretaria nazionale dell’Ambiente del Partito dos Trabalhadores dal ’95 al ’97: da allora Silva diventò una delle principali voci dell’Amazzonia. L’11 giugno del 2010 annunciò ufficialmente la sua candidatura alla presidenza della Repubblica, durante una convention del Partito Verde, a cui si era iscritta dopo essere uscita dal Partito dei lavoratori. Alle elezioni presidenziali del 3 ottobre 2010 Marina Silva, data da tutti i sondaggi intorno al 10%, ha ottenuto il 19,9% dei voti. Nell’aprile 2014 Silva è stata invitata a candidarsi per la carica di vice presidente per il Partito socialista brasiliano (Psb) in vista delle presidenziali. Dopo la morte in un incidente aereo del candidato presidente Eduardo Campos, Marina è stata indicata dai socialisti come propria candidata. E’ popolare tra i giovani con una coscienza ambientale e tra le classi più abbienti. Durante la campagna elettorale ha più volte dichiarato di voler attuare una ‘Nova politica’, lontana dalle alleanze tra i partiti, dagli scandali di corruzione e dagli interessi delle lobby.
AECIO NEVES. Classe 1960, nasce a Belo Horizonte, capitale del ricco Stato di Minas Gerais, nel sud-est del Brasile. Economista, ha ereditato la passione politica dal nonno, Tancredo Neves, primo presidente del dopo dittatura militare (1964-1985), morto due mesi dopo l’elezione. Un anno dopo la morte del nonno, Neves è stato eletto membro del Congresso costituente da parte dello Stato di Minas Gerais. Affiliato al Partito socialdemocratico brasiliano (Psdb) moderato, ha mantenuto questa posizione dal 1987 al 2002, divenendo presidente della Camera dei Rappresentanti nel biennio 2001-2002. Si è dimesso nel 2002 quando è stato eletto governatore di Minas Gerais per due mandati consecutivi, dal 2003 al 2010. Due anni più tardi corse senza successo nelle elezioni della città di Belo Horizonte. Eletto senatore nel 2010 con il più alto voto dello Stato, nel 2013 è stato scelto come presidente nazionale del Psdb e candidato del suo partito per la presidenza nelle elezioni 2014. Da principale sfidante di Dilma Rousseff, e speranza dell’elettorato moderato, si è però trasformato nel terzo sfidante dopo l’improvvisa entrata in scena di Marina Silva nella corsa presidenziale. Grazie alla sua formazione politica economica liberale, è visto di buon occhio soprattutto dai vertici del potere economico e da alcuni grandi imprenditori, oltre che dalla classe media di successo e dai ceti professionali.
I PROGRAMMI.
– Rousseff ha promesso di diminuire le disuguaglianze sociali promuovendo l’urbanizzazione, migliorando le infrastrutture ferroviarie e investendo i ricavi del petrolio del giacimento Pre-Sal nell’istruzione pubblica.
– Marina Silva promette di ridurre l’inflazione al 4,5% (oggi è al 6,5%) e di rendere più autonoma la Banca Centrale.
Inoltre investirebbe ingenti risorse nell’energia solare e nei programmi di riciclaggio a scopo energetico. Di fede evangelica, Marina Silva ha mostrato posizioni conservatrici riguardo ai temi etici. Ha ritirato l’appoggio del suo partito ai matrimoni omosessuali e si è detta personalmente contraria all’aborto.
– Neves, il più conservatore dei tre, vuole rafforzare il settore privato per portare investimenti esteri. Di cultura economica liberale, vorrebbe un intervento meno marcato dello Stato nell’economia e promuoverebbe la realizzazione di opere pubbliche con le partnership pubblico-private.

