Ginevra (Svizzera), 28 lug. (LaPresse) – “Mille persone sono state uccise da metà aprile al 15 luglio. Al 26 luglio, almeno 1.129 persone sono state uccise e 3.442 ferite”. È il bilancio degli scontri nell’est dell’Ucraina fornito dall’Onu, in un rapporto presentato dall’Alta commissaria per i diritti umani, Navi Pillay. Come fonte vengono citati i dati di Human Rights Mission e Organizzazione mondiale della sanità.
NOTIZIE DI COMBATTIMENTI SONO ALLARMANTI – “Le notizie di sempre più intensi combattimenti nelle regioni di Donetsk e Luhansk sono estremamente allarmanti – dichiara Navi Pillay – con entrambe le parti che utilizzano armi pesanti in zone abitate, tra cui artiglieria, carri armati, razzi e missili”. I gruppi armati, si legge nel rapporto presentato oggi, “continuano a rapire, arrestare, torturare e uccidere persone prese in ostaggio per intimidire ed esercitare il loro potere sulla popolazione in modi rozzi e brutali, afferma Pillay citando un rapporto Onu diffuso oggi. Ben organizzati e armati, hanno intensificato la loro sfida al governo ucraino. Questo ha risposto con una accelerazione delle operazioni di sicurezza a luglio dentro e intorno a zone popolate con il risultato di perdita di vite, danni a proprietà e infrastrutture, migliaia di sfollati.
COMBATTIMENTI DEVONO FINIRE – “Entrambe le parti – prosegue il rapporto – devono fare molta attenzione a evitare che altri civili siano uccisi o feriti”, mentre “numeri crescenti di persone vengono uccise con danni seri a infrastrutture civili, che a seconda delle circostanze possono ammontare a violazioni delle leggi umanitarie internazionali. I combattimenti devono finire”.
100MILA PROFUGHI DA ZONE DI COMBATTIMENTI – Il deterioramento della situazione nell’est dell’Ucraina, spiega ancora l’alta commissaria dell’Onu, ha un impatto negativo anche sul resto del Paese, con oltre 100mila persone fuggite dalle zone di combattimento, che si sono temporaneamente stanziate in altre parti del Paese.
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