Gerusalemme, 30 giu. (LaPresse/AP) – I tre ragazzi israeliani trovati morti oggi dopo essere scomparsi in Cisgiordania il 12 giugno stavano facendo l’autostop per tornare a casa in Cisgiordania quando furono sequestrati. Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha accusato il gruppo militante palestinese Hamas di averli sequestrati e uccisi, abbandonando i loro corpi in un campo vicino a Hebron, non lontano da dove erano stati avvistati l’ultima volta. La polizia scientifica sta lavorando per confermare ufficialmente le identità dei ragazzi e le famiglie dei tre sono già state avvertite. Di seguito una breve descrizione dei ragazzi.
NAFTALI FRAENKEL. Sedici anni, cittadino con doppia cittadinanza israeliana e statunitense proveniente da Nof Ayalon in Israele. I suoi nonni si trasferirono nello Stato ebraico nel 1956, partendo dal quartiere Flatbush di Brooklyn. In un discorso letto il 24 giugno al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite, la madre Rachelle ha lanciato un commosso appello affinché il mondo facesse di più per trovare i ragazzi. Rachelle aveva definito il figlio un adolescente come tanti altri che “ama suonare la chitarra e giocare a basket; un buono studente e un bravo ragazzo, una combinazione di serietà e divertimento”. Naftali aveva scritto un messaggio alla madre la sera in cui scomparve, affermando che stava tornando a casa.
GILAD SHAAR. Sedici anni, originario dell’insediamento cisgiordano di Talmon. La sua famiglia lo descrive come un ragazzo a cui piace preparare dolci e guardare film. La madre era presente al Consiglio per i diritti umani dell’Onu mentre Rachelle Fraenkel leggeva il suo discorso.
EYAL YIFRAH. Diciannove anni, proveniente dalla città di Elad, viene descritto come un ragazzo amante degli sport e della cucina. In un video recentemente condiviso su YouTube dalla sua famiglia, lo si vede mentre esegue una canzone che aveva composto per il matrimonio del cugino. In un secondo filmato risalente ad appena una settimana prima del rapimento, Eyal canta una canzone con un amico. Anche sua madre era presente al Consiglio per i diritti umani il 24 giugno.
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