Pechino (Cina), 26 mag. (LaPresse/AP) – Nel mese di maggio la polizia della Cina ha smantellato 23 gruppi terroristici e religiosi e arrestato oltre 200 persone nella provincia dello Xinjiang. Lo rende noto l’agenzia di stampa cinese Xinhua, citando come fonte l’ufficio regionale per la sicurezza. Il portale di notizie Tianshan, gestito dal ramo locale del partito comunista, ha inoltre riportato che gli arresti sono stati eseguiti nelle città di Hotan, Kashgar e Aksu. A giudicare dai nomi delle persone arrestate, i sospetti appaiono appartenere tutti all’etnia uigura, la minoranza musulmana più popolosa dello Xinjiang.
L’annuncio degli arresti è il primo dall’attacco avvenuto giovedì a Urumqi, capoluogo dello Xinjiang, in cui sono state uccise almeno 43 persone. In seguito a quell’azione, la polizia ha sequestrato oltre 200 congegni esplosivi e ha catturato un numero non specificato di uiguri, che hanno imparato ad assemblare bombe e si sono addestrati guardando filmati su internet. Secondo Xinhua, i sospetti hanno usato messaggi sms e i social network per diffondere l’idea della jihad. Nell’attacco di giovedì, due furgoni si sono lanciati sulla folla in un mercato di Urumqi e gli attentatori a bordo hanno lanciato bombe dai finestrini, facendo il maggior numero di vittime in un solo episodio nella storia recente degli attacchi nello Xinjiang. Quattro degli attentatori, ha riferito la polizia, sono morti durante l’attacco, mentre il quinto è stato arrestato ore dopo. La minoranza uigura sostiene di essere discriminata dal governo cinese e dall’etnia Han, che rappresenta la maggioranza della popolazione in Cina.
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