Minya (Egitto), 28 apr. (LaPresse/AP) – In Egitto un giudice ha condannato a morte 683 sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi, nel corso di un processo collettivo. Tra gli imputati che sono stati condannati alla pena capitale anche il leader spirituale dei Fratelli musulmani, Mohammed Badie. La decisione verrà ora esaminata dal Gran Muftì dell’Egitto. E il tribunale del Cairo per le questioni urgenti ha dichiarato fuorilegge il movimento giovanile 6 aprile, che contribuì ad organizzare le rivolte contro l’ex presidente dell’Egitto Hosni Mubarak.

A MINYA 683 CONDANNE A MORTE. Il giudice Said Youssef ha condannato a morte 683 sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi, nel corso di un processo collettivo. Lo hanno reso noto avvocati della difesa. Tra gli imputati che sono stati condannati alla pena capitale anche il leader spirituale dei Fratelli musulmani, Mohammed Badie. Il giudice ha condannato gli imputati per atti di violenza e per l’omicidio di poliziotti. Il caso è collegato agli scontri che si sono verificati a Minya e in altre località egiziane dopo che le forze di sicurezza avevano violentemente sgombrato gli accampamenti dei sostenitori di Morsi al Cairo, lo scorso agosto. L’avvocato Ahmed Hefni ha detto ai giornalisti fuori dal tribunale che le condanne a morte devono prima essere approvate dal mufti dell’Egitto, un passo che viene di solito considerato una formalità. Dopo la decisione del Gran Muftì la stessa corte terrà un’altra sessione il prossimo 21 giugno per emettere i verdetti finali. Oggi erano presenti 148 imputati, secondo un funzionario giudiziario che si occupa del caso. Non è stato immediatamente chiaro perché gli altri fossero assenti o se alcuni siano stati processati in contumacia. Il funzionario, che ha parlato a condizione di anonimato perché non autorizzato a parlare con i mezzi di comunicazione, ha detto ad Associated Press che se “il gran Muftì sostiene le pene di morte per tutti o raccomanda di cambiarle, non significa nulla per il giudice”. “Solo il giudice ha il diritto e il potere di modificare le sue decisioni precedenti”, ha spiegato il funzionario.

PROTESTE DEI PARENTI. La sentenza di oggi intanto ha suscitato le proteste delle famiglie degli imputati. Alcune donne sono svenute, mentre i parenti piangevano e urlavano: “Perché? E’ ingiusto”. “I miei tre figli sono dentro”, ha detto una donna fuori dal tribunale, affermando di chiamarsi Samiya. “Non ho nessun altro oltre a Dio”. Un altro avvocato, Ali Kamal, ha aggiunto he l’udienza è durata solo otto minuti. Le forze di sicurezza hanno circondato il palazzo del tribunale e hanno bloccato le strade, impedendo a familiari e media di partecipare ai procedimenti. “E’ contro lo spirito del diritto. Verrà sicuramente presentato ricorso contro i verdetti”, ha detto Kamal ai giornalisti.

490 CONDANNATI ALL’ERGASTOLO, 37 A MORTE. Lo stesso giudice, Said Youssef, lo scorso mese ha condannato 529 sostenitori di Morsi alla pena capitale ma oggi ha convertito le sentenze di 490 imputati in ergastolo. I rimanenti 37 sono stati condannati a morte.

MOVIMENTO 6 APRILE FUORILEGGE. Il tribunale del Cairo per le questioni urgenti ha ha dichiarato fuorilegge il movimento giovanile 6 aprile, che contribuì ad organizzare le rivolte contro l’ex presidente dell’Egitto Hosni Mubarak. Lo ha reso noto la televisione di Stato del Paese. La decisione è arrivata nel corso di un’azione legale presentata da un avvocato, che ha chiesto la messa al bando del gruppo con le accuse di aver “macchiato l’immagine dello Stato egiziano” e aver cospirato contro gli interessi nazionali del Paese. I leader del 6 aprile, Ahmed Maher e Mohammed Adel, sono stati incarcerati per aver violato una nuova legge sulle proteste, che richiede che ogni manifestazione abbia un permesso della polizia.

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