Kuala Lumpur (Malesia), 10 mar. (LaPresse/AP) – Biglietti aerei di sola andata sono stati emessi giovedì scorso da un’agenzia di viaggio di Pattaya, in Thailandia, a nome dell’italiano e dell’austriaco i cui passaporti rubati sono stati usati per viaggiare sul volo MH370 scomparso sulle acque tra Malesia e Vietnam. Mentre si indaga sulla reale identità delle persone che hanno usato i documenti per imbarcarsi, 34 aerei e 40 navi da diversi Paesi continuano le operazioni di ricerca del relitto. Stanno perlustrando una zona di raggio 50 miglia nautiche intorno al punto in cui il velivolo di Malaysia Airlines è scomparso dai radar, un’ora dopo essere decollato l’8 marzo da Kuala Lumpur verso Pechino. Nessun frammento che appartenga al Boeing 777 è stato sinora trovato, mentre campioni delle chiazze di petrolio scoperte nella zona sono stati inviati in laboratori perché siano analizzati. Sul volo viaggiavano 239 persone, 227 per due terzi cinesi e 12 membri dell’equipaggio. A bordo c’erano anche europei e nordamericani.
“Non abbiamo trovato nulla che possa essere un oggetto appartenente all’aereo” scomparso, ha dichiarato Azharuddin Abdul Rahman, capo del dipartimento dell’aviazione civile malese. Ieri era stato avvistato dagli aerei un oggetto rettangolare, ma i mezzi impegnati nella ricerca nelle acque a sud del golfo di Thailandia lo hanno cercato per tutta la notte senza esito. Si riteneva che potesse essere un portellone del Boeing 777. Azharuddin ha fatto sapere anche che gli esperti statunitensi di Federal Aviation Administration e National Safety Transportation Board sono arrivati in Asia, dove contribuiranno alle indagini. Inoltre, ha spiegato che campioni delle chiazze di petrolio sono stati inviati in laboratori d’analisi, per se il carburante provenga dall’aereo scomparso.
Abdul Rahman ha anche detto che molte teorie vengono valutate sul possibile destino del volo MH370, per cui si sono ipotizzati scenari che vanno dal guasto improvviso all’attentato terroristico, incluso il dirottamento. I piloti non hanno mai lanciato segnali di allarme o richiesto di aiuto, prima che l’aereo sparisse dai radar. “Non escludiamo (il dirottamento, ndr), stiamo guardando in ogni angolo ma, ripeto, dobbiamo trovare prove concrete”, ha dichiarato il malese. Ha precisato che la sicurezza dell’aeroporto di partenza a Kuala Lumpur è stata accurata nel rispettare gli standard internazionali legati alla sicurezza.
La polizia nazionale thailandese intanto ha istituito una task force per indagare sui passaporti rubati, usati da due passeggeri del volo. I ministeri degli Esteri dei rispettivi Paesi, Austria e Italia, sabato hanno confermato che i passaporti erano stati rubati in Thailandia. L’Interpol ieri ne ha dato a sua volta notizia. Intanto, centinaia di parenti dei passeggeri del velivolo sono in attesa in un hotel di Pechino, da cui saranno trasferiti in Malesia.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata