Pretoria (Sudafrica), 7 mar. (LaPresse/AP) – Una guardia di sicurezza che lavora nel complesso di abitazioni in cui vive Oscar Pistorius ha dichiarato durante il processo per omicidio nei confronti dell’atleta che questi gli disse che andava “tutto bene”, quando chiamò il corridore per chiedergli degli spari denunciati da alcuni residenti. La guardia, Pieter Baba, telefonò a Pistorius dopo avere raggiunto in auto la sua villa con un collega. “Fu allora che mi disse che andava tutto bene”, ha testimoniato. L’atleta, ha aggiunto, lo richiamò piangendo senza dire una parola finché la linea “cadde”. Baba ricorda di avere poi detto al collega: “Non è tutto in ordine come mi ha detto il signor Pistorius”. Il campione paralimpico di Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012 è accusato di omicidio premeditato per la morte della fidanzata Reeva Steenkamp, morta la notte tra il 13 e 14 febbraio 2013. Pistorius sostiene di avere sparato per difendersi poiché pensava che nel bagno, in cui in realtà c’era la donna, si fosse introdotto un intruso.
“Le parole esatte del signor Pistorius furono: ‘Sicurezza, va tutto bene'”, ha precisato Baba in risposta alle affermazioni dell’avvocato della Difesa Barry Roux, secondo cui l’atleta avrebbe detto ‘Sto bene’ durante la telefonata con la guardia di sicurezza. “Forse non era sicuro se richiamarmi”, ha aggiunto Baba. Qualche minuto dopo la telefonata, ha riferito, arrivò sul posto il manager del complesso residenziale Johan Stander, al quale Pistorius sostiene di aver telefonato per far arrivare un’ambulanza. Stander si presentò sotto il palazzo insieme a sua figlia e il gruppo spinse la porta d’ingresso, aprendola. “Vidi il signor Pistorius – ha raccontato la guardia – scendere dalle scale con Reeva. Ero così scioccato. Iniziai a riprendere i sensi quando il signor Stander disse ‘Oscar'”. A quel punto Stander ordinò a Baba, che non era entrato dentro la casa, di chiamare la polizia e il pronto soccorso.
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