Kiev (Ucraina), 21 feb. (LaPresse/AP) – L’opposizione ucraina, il presidente Viktor Yanukovych e i mediatori dell’Unione europea hanno firmato l’accordo con per mettere fine alla crisi che ha causato almeno 77 morti negli ultimi giorni di proteste. Secondo le proposte annunciate ore fa da Yanukovych, sono previste elezioni presidenziali anticipate, un nuovo governo che includa rappresentanti dell’opposizione, modifiche alla Costituzione per ridurre i poteri del presidente. Un punto chiave, ora, è capire se le migliaia di manifestanti accampati nelle strade del centro di Kiev accetteranno l’accordo e si ritireranno in attesa dell’applicazione del documento. Il Parlamento ha poi ripristinato la costituzione del 2004 che limita i poteri del Presidente e approvato una norma per permettere il rilascio dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko. L’aula ha votato anche la rimozione del ministro degli Interni.

COSA PREVEDE L’ACCORDO. Il patto firmato dal presidente e dall’opposizione prevede che vengano tenute elezioni presidenziali non più tardi di dicembre, invece che a marzo 2015 come previsto, secondo una copia fornita dal governo tedesco. Il patto afferma che le autorità ucraine ripristineranno entro 48 ore una precedente costituzione che limitava i poteri presidenziali, e nomineranno un governo di coalizione entro dieci giorni. Il patto prevede che l’esecutivo non imporrà uno Stato di emergenza e che entrambe le parti si asterranno dalle violenze. I manifestanti dell’opposizione dovrebbero consegnare le armi e ritirarsi dai palazzi che hanno occupato e dagli accampamenti nel Paese.

PARLAMENTO VOTA PER RILASCIO TYMOSHENKO. Il Parlamento ucraino ha votato per permettere il rilascio dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko, in stato di detenzione. I legislatori hanno votato 310 a 54 per depenalizzare il capo di accusa per la quale l’ex premier è imprigionata. Ciò significa che Tymoshenko non sarà più colpevole di un reato. “Yulia libera! Yulia libera!” hanno cantato i Parlamentari dopo il voto. Non è chiaro quando la leader dell’opposizione potrà essere rilasciata dalla città di Charkiv, dove sta scontando la sua sentenza.

RIPRISTINATA COSTITUZIONE DEL 2004. Il Parlamento ha ripristinato la Costituzione che limita i poteri del presidente Viktor Yanukovych. La notizia è stata riferita dalle agenzie di stampa Interfax e Itar-Tass. La costituzione ripristinata è quella del 2004, che nel 2010 Yanukovych aveva modificato per aumentare i suoi poteri. Il voto fa parte dell’accordo tra il presidente e l’opposizione. Anche se Yanukovych ha un’apparente maggioranza in Parlamento, le sue facoltà sono adesso significativamente ridotte. I Parlamentari hanno anche approvato un’amnestia per i dimostranti coinvolti nelle violenze e hanno votato la rimozione del ministro degli Interni, Vitali Zakharchenko, accusato da più parti di aver ordinato le violenze contro i manifestanti.

CASA BIANCA: BENE ACCORDO, APPLICARLO SUBITO. La Casa Bianca ha accolto con favore l’accordo firmato dal presidente ucraino Viktor Yanukovych e l’opposizione per porre fine alla violenza, aggiungendo che dovrebbe essere immediatamente applicato. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney ha affermato che gli Stati Uniti offrono il loro sostegno e che l’accordo è coerente con quello che Washington raccomandava. Carney ha aggiunto che gli Usa monitoreranno da vicino se ci sono azioni concrete per implementarlo. Gli Stati Uniti, ha fatto sapere il portavoce, lodano i coraggiosi leader dell’opposizione e rimangono pronti a imporre ulteriori sanzioni se necessario, per rendere responsabili coloro che sono colpevoli delle violenze.

BILANCI CONTRASTANTI SU VITTIME. Il ministero della Salute ha diffuso stamane un nuovo bilancio. Vi si legge che 77 persone sono rimaste uccise tra martedì mattina, inizio delle violenze, e venerdì mattina. Secondo il bollettino, le persone ferite sono 577, di cui 369 ricoverate in ospedale. Intanto, il ministero dell’Interno ha riferito che ieri tre poliziotti sono stati uccisi e altri 28 hanno riportato ferite da arma da fuoco. Il coordinatore dei presidi medici dei dimostranti, Oleh Musiy, ha parlato invece di 70 dimostranti uccisi nella sola giornata di ieri e di oltre 500 feriti. Il bilancio delle vittime di martedì contava 25 morti. I diversi conteggi delle vittime non possono sinora essere conciliati.

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