Sochi (Russia), 19 feb. (LaPresse/AP) – Componenti della band punk Pussy Riot, tra cui Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alekhina, sono stati aggrediti con fruste da membri di unità cosacche dopo che avevano inscenato una protesta contro i Giochi olimpici di Sochi. Sei componenti del gruppo, cinque donne e un uomo, hanno indossato passamontagna colorati e tirato fuori una chitarra e un microfono, quando sono intervenuti almeno dieci cosacchi e altri agenti delle forze di sicurezza. Uno dei cosacchi ha usato contro di loro spray al peperoncino, mentre altri hanno frustato alcuni degli attivisti, strappando loro i passamontagna e gettando la chitarra in un bidone della spazzatura. Tolokonnikova è stata frustata da un miliziano mentre giaceva a terra. L’incidente è durato meno di tre minuti. L’unico maschio tra gli attivisti aveva sangue sulla faccia e ha spiegato di essere stato spinto e fatto cadere. La polizia è arrivata sul posto e ha interrogato testimoni, ma nessuno è stato arrestato.

Le Pussy Riot hanno fatto appello per il boicottaggio delle Olimpiadi, affermando che i leader mondiali che assistono alle gare approvino tacitamente le politiche repressive del presidente russo Vladimir Putin. Le unità cosacche vengono usate a partire dall’anno scorso come una polizia ausiliare per pattugliare le strade della provincia di Krasnodar, di cui fa parte la città di Sochi. Un leader della milizia, Igor Gulichev, ha paragonato i cosacchi ai Texas Rangers, una forza di polizia d’élite attiva in tutto il territorio dell’omonimo Stato americano. I cosacchi sono un’antica comunità militare presente in Russia già nel XV secolo. Servivano nella cavalleria dello zar, guidarono l’espansione imperiale della Russia e furono spesso impiegati come guardie di confine. Ai tempi del comunismo erano praticamente scomparsi, ma negli ultimi anni sono ricomparsi, soprattutto nel sud della Russia.

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