Washington (Usa), 29 gen. (LaPresse/AP) – Si è concentrato soprattutto sulla politica interna e sulle disuguaglianze sociali, oltre che sui principali fatti di politica estera, il discorso sullo Stato dell’Unione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Si è soffermato su questioni su cui ha lavorato a lungo: la disoccupazione persistente, l’insicurezza della classe media, i rallentamenti nella scuola e altri. Ha parlato dell’aumento del salario minimo, ma anche di politica interna e dei rallentamenti nelle decisioni e al Congresso, del nucleare iraniano, dell’Ucraina e dell’Obamacare.

DISUGUAGLIANZA. “La disuguaglianza è aumentata. La mobilità verso l’alto si è fermata”, ha detto Obama. “Il fatto gelido e difficile è che anche nel mezzo della ripresa, troppi americani stanno lavorando più che mani solo per tirare avanti, non parliamo neppure di migliorare la propria situazione”, ha dichiarato il presidente.

OBAMACARE. Grazie all’Obamacare “nessun americano può più essere respinto o escluso dalla copertura sanitaria a causa di condizioni precedenti, come asma, problemi alla schiena o cancro. Nessuna donna deve pagare di più perché è donna”, ha detto Obama. Ha aggiunto che questo è stato fatto “mantenendo i fermi i premi e abbassando i costi delle prescrizioni per milioni di anziani”.

STALLO POLITICO. Obama ha promesso di aggirare al Congresso per evitare lo stallo politico, che ha contraddistinto diversi momenti della sua presidenza. Ha voluto convincere l’opinione pubblica scettica che il potere a Washington è nelle sue mani, anche se non può sanare le divisioni al Congresso. Dopo una serie di fallimenti legislativi nel 2013, i consiglieri della Casa Bianca dicono che il successo ora non è determinato da cosa Obama riesce a fare al Congresso, ma da cosa può fare da solo. “L’America non resta ferma in attesa, e neppure io. Quindi in ogni caso in cui potrò fare dei passi per allargare le opportunità per un maggior numero di famiglie americane, lo farò”, ha detto. “Fallo!”, gli hanno urlato alcuni democratici, quando ha parlato delle possibili azioni che non necessitano dell’approvazione del Congresso.

SALARIO MINIMO. “Nelle prossime settimane emetterò un ordine esecutivo che richiederà alle aziende a contratto con lo Stato di pagare i loro dipendenti finanziati con denaro federale una paga minima di almeno 10,10 dollari all’ora. Perché chi cucina i pasti per le nostre truppe o lava i loro piatti, non dovrebbe vivere in povertà”, ha detto. Il salario minimo dei dipendenti federali, come era stato anticipato dalla Casa Bianca, salirà quindi da 7,25 dollari a 10,10 dollari all’ora. La maggior parte dei dipendenti guadagna già una cifra maggiore, ma circa 200mila saranno avvantaggiati dalla misura. Tuttavia, questa non sarà applicata sino al 2015 e varrà solo per i nuovi contratti, salvo casi particolari. L’anno scorso Obama aveva chiesto l’innalzamento del salario minimo a 9 dollari, ma il Congresso l’aveva bloccato.

IRAN. In politica estera, Obama ha annunciato che porrà il veto a eventuali sanzioni che minaccino di far deragliare i colloqui con l’Iran, ammettendo tuttavia che i colloqui sulla questione del nucleare possano fallire. I negoziati per fermare il programma saranno difficili e potranno non avere successo, e se questo accadrà Obama ha detto che chiederà nuove sanzioni. “Ma se i leader iraniani coglieranno l’opportunità, allora l’Iran potrà fare un importante passo per tornare a unirsi alla comunità delle nazioni e noi avremo risolto una delle maggiori sfide alla sicurezza di questo tempo, senza il rischio della guerra”, ha dichiarato Obama.

SIRIA, AFGHANISTAN. “Lavoreremo con la comunità internazionale per accompagnare il popolo siriano verso il futuro che merita, un futuro libero da dittatura, terrore e paura”, ha dichiarato OBama. Sull’Afghanistan, riaffermando che la guerra di concluderà formalmente entro la fine del 2014, ha detto che un piccolo contingente di forze americane potrà però restare, se il governo afghano firmerà presto un accordo di sicurezza bilaterale, prospettiva che sembra però incerta.

UCRAINA. A proposito delle proteste e degli scontri in corso nel Paese, ha detto: “Affermiamo il principio che tutti hanno il diritto di esprimersi liberamente e pacificamente, avendo il diritto di esprimersi sul futuro del loro Paese”.

CASO NSA. Obama ha citato solo di sfuggita il caso della National Security Agency (Nsa) e i programmi di spionaggio rivelati dal contractor Edward Snowden. Ha promesso di riformare i programmi di sorveglianza, “perché il lavoro vitale della nostra comunità di intelligence dipende dalla fiducia pubblica, qui e all’estero, sul fatto che la privacy dellla gente normale non deve esser violata”.

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