Kiev (Ucraina), 8 dic. (LaPresse/AP) – Una folla oceanica è scesa in piazza a Kiev per protestare contro la decisione del governo di bloccare il processo di avvicinamento all’Unione europea e chiedere le dimissioni dell’attuale leadership ucraina. Si tratta della manifestazione più grande dai tempi della Rivoluzione arancione del 2004. Sicuramente oltre 500mila i partecipanti, secondo la stima di alcuni giornalisti sul posto, e il leader dell’opposizione nazionalista Oleksandr Turchynov afferma che sia stato raggiunto l’obiettivo di portare in piazza un milione di persone. Nel convocare la protesta di oggi, infatti, gli organizzatori l’avevano soprannominata ‘la marcia del milione’. In serata un gruppo di manifestanti ha abbattuto la statua di Lenin, poco distante da piazza Indipendenza che è il fulcro delle proteste, e l’ha decapitata a simboleggiare la volontà di chiudere con il passato legato alla Russia. Intanto la ex premier Yulia Tymoshenko, in carcere, ha fatto sentire la sua voce tramite una lettera letta in piazza dalla figlia, in cui ha chiesto le dimissioni del presidente Viktor Yanukovych.

ABBATTUTA E DECAPITATA LA STATUA DI LENIN. La statua di Lenin è stata abbattuta in serata da un gruppo di manifestanti a meno di un chilometro da piazza Indipendenza, nota anche come il Maidan. Dopo avere decapitato la statua, i dimostranti hanno picchiato il busto di Lenin mentre cantavamo ‘Gloria all’Ucraina’.

Le proteste hanno avuto fin dall’inizio una componente anti russa, dal momento che sono cominciate dopo che giovedì 21 novembre il presidente dell’Ucraina, Viktor Yanukovych, ha annunciato la sospensione dei preparativi per firmare l’accordo di associazione con l’Ue, spiegando che intendeva piuttosto concentrarsi sul rafforzamento dei rapporti con la Russia. A complicare le cose è giunto venerdì un incontro fra Yanukovych e il presidente della Russia, Vladimir Putin, avvenuto a Sochi, che ha sollevato nell’opposizione il timore che si fosse discusso di un possibile ingresso dell’Ucraina in un’unione doganale guidata dalla Russia. La notizia è stata smentita ieri dal portavoce di Putin, Dmitry Peskov, il quale ha detto che i due leader non ne hanno parlato, ma in ogni caso nella protesta di oggi i manifestanti intendevano protestare contro ogni eventualità di accordo fra Yanukovych e la Russia.

OLTRE 500MILA IN PIAZZA, UN MILIONE PER OPPOSIZIONE. Sulle cifre non c’è una versione ufficiale, ma si tratta senz’altro della manifestazione più partecipata dai tempi della Rivoluzione arancione del 2004. Il leader del partito Svoboda, Oleksandr Turchynov, ha annunciato che l’obiettivo di un milione di partecipanti è stato raggiunto, ma Associated Press non ha trovato al momento verifica del conteggio. Secondo i giornalisti di AP sul posto, però, certamente in piazza Indipendenza a Kiev e nei dintorni c’erano più di 500mila persone. Alcuni video pubblicati su siti web locali mostrano le immagini dall’alto della piazza con le strade vicine piene zeppe di gente. I manifestanti sventolavano bandiere dell’Unione europea e intonavano l’inno nazionale ucraino. I manifestanti hanno bloccato l’accesso ai principali edifici governativi. Una piccola protesta pro governativa si è svolta poco lontano e la polizia è intervenuta per tenere lontani i dimostranti delle due parti cercando di evitare scontri.

TYMOSHENKO CHIEDE DIMISSIONI DI YANUKOVYCH. Intanto dal carcere ha tornato a far sentire la sua voce la ex primo ministro Yulia Tymoshenko, leader della Rivoluzione arancione, e lo ha fatto con una lettera affidata alla figlia, che l’ha letta in piazza. Tymoshenko chiede le dimissioni del presidente Yanukovych, rifiutando qualsiasi ipotesi di negoziato con l’attuale governo a meno che non si vada verso elezioni anticipate. ‘Yanukovych ha perso legittimità come presidente, non è più il presidente del nostro Stato, è un tiranno’, afferma, aggiungendo: ‘Non mollate, non un passo indietro, non arrendetevi, il futuro dell’Ucraina è nelle vostre mani’. Tymoshenko è in carcere per accuse di abuso di ufficio, in una detenzione che i Paesi occidentali considerano motivata politicamente. Come Tymoshenko anche un altro leader dell’opposizione, Vitali Klitschko, campione del mondo dei pesi massimi WBC, ha invitato Yanukovych alle dimissioni e ha chiesto di andare a elezioni presidenziali anticipate, nonostante in Ucraina non ci sia alcuna possibilità di impeachment contro il presidente e non pare esserci nessuna possibilità che Yanukovych si dimetta da sé. ‘Combatteremo e siamo fiduciosi che vinceremo’, ha detto Klitschko.

OPPOSIZIONE SPACCATA SU DIMISSIONI YANUKOVYCH. L’opposizione tuttavia non ha una posizione compatta sulle dimissioni di Yanukovych e questa frammentazione è emersa anche oggi in piazza. Il principale alleato di Tymoshenko infatti, Arseniy Yatsenyuk, aveva detto ieri che l’opposizione era pronta a negoziare con Yanukovych, seppur ponendo come condizione il fatto che il presidente rimuovesse l’attuale governo del premier Mykola Azarov e ne nominasse uno nuovo più aperto verso l’integrazione nell’Ue. Yatsenyuk ha ribadito il concetto nella manifestazione di oggi, concentrandosi maggiormente sulla necessità di dimissioni del primo ministro Azarov e di punire la polizia che ha usato la forza contro i dimostranti, liberando una decina di attivisti dell’opposizione che sono stati arrestati dalla manifestazione di domenica scorsa. Una settimana fa infatti, durante una manifestazione molto partecipata, diverse centinaia di dimostranti più radicali cominciarono sassaiole e attaccarono la polizia mentre provavano a fare irruzione nell’ufficio presidenziale; gli agenti intervennero e decine di persone rimasero ferite, compresi manifestanti pacifici, passanti e giornalisti.

SERVIZI APRONO INDAGINE SU POLITICI OPPOSIZIONE. Sempre oggi a far salire la tensione è giunto l’annuncio dei servizi segreti, che hanno fatto sapere di avere avviato un’indagine a carico di diversi leader dell’opposizione sospettati di tentativo di prendere il potere. L’opposizione ha risposto all’annuncio dell’indagine dicendo che ogni eventuale tentativo di imporre uno stato d’emergenza porterà ad altre proteste.

ASHTON PRESTO A KIEV. La situazione preoccupa molto la comunità internazionale. Il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente dell’Ucraina, nel corso del quale ha espresso ‘la necessità di una soluzione politica’. Inoltre lo stesso Yanukovych ha discusso telefonicamente della crisi in corso anche con il segretario dell’Onu, Ban Ki-Moon. La prossima settimana l’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, sarà inviata a Kiev nel tentativo di mediare una soluzione.

I MOTIVI DELLE PROTESTE PRO UE. Le proteste sono cominciate appunto dopo che giovedì 21 novembre Yanukovych ha annunciato la sospensione dei preparativi per firmare l’accordo di associazione con l’Ue. Da allora migliaia di manifestanti sono scesi in piazza: prima per chiedere al governo di fare marcia indietro sulla decisione; poi, visto che la leadership è rimasta ferma nella propria posizione, per chiedere le dimissioni del governo. La marcia indietro di Yanukovych sarebbe potuta arrivare nel corso del summit europeo di Vilnius sulla partnership orientale, che si è tenuto il 28 e 29 novembre e al quale lo stesso Yanukovych ha partecipato, ma in realtà non c’è stata. Mosca ha lavorato in modo aggressivo per far saltare l’accordo fra Ucraina e Ue e portare Kiev nella sua orbita, imponendo restrizioni commerciali e minacciando di adottarne altre in futuro.

TYMOSHENKO E LA RIVOLUZIONE ARANCIONE. Una delle richieste chiave dell’Ue per firmare l’accordo di associazione è il rilascio della ex premier Yulia Tymoshenko, la cui incarcerazione è considerata dai Paesi occidentali motivata da ragioni politiche. Yanukovych ha sconfitto la Tymoshenko di misura nelle elezioni presidenziali del 2010 e la considera una minaccia politica; per questo sarebbe riluttante a consentirne il rilascio. La ex premier è una dei principali protagonisti della cosiddetta Rivoluzione arancione del 2004, quando le massicce proteste costrinsero a ripetere le elezioni presidenziali sulle quali pesavano accuse di brogli. La maggior parte dei voti venivano attribuiti a Yanukovych ma dopo che il voto fu ripetuto salì al potere come presidente Viktor Yushchenko, appoggiato dai Paesi occidentali. Viktor Yanukovych vinse invece le elezioni presidenziali nel 2010, battendo appunto Tymoshenko di misura. Epicentro della Rivoluzione arancione fu la stessa piazza Indipendenza che è fulcro delle proteste di questi giorni.

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