Shanghai (Cina), 6 dic. (LaPresse/AP) – Allarme inquinamento a Shanghai, il principale centro finanziario della Cina. La fitta coltre di smog ha ridotto la visibilità a poche decine di metri, provocando ritardi nei voli e oscurando la skyline. Oggi nell’aria è stata rilevata una concentrazione di polveri sottili nocive Pm 2,5 pari a 602,5 microgrammi per metro cubo, mentre il limite di sicurezza indicato dall’Oms è di 25 microgrammi. Si tratta del livello più alto mai raggiunto in città dallo scorso dicembre, quando Shanghai ha cominciato a compiere questo tipo di rilevazioni. Le autorità hanno disposto la chiusura di scuole ed edifici pubblici.
Oggi per le strade ci sono molte meno persone del solito e il traffico è ridotto; il governo ha ritirato il 30% delle sue auto dalle strade e sono stati vietati fuochi d’artificio ed eventi sportivi pubblici. In quanto città costiera, solitamente Shanghai ha un livello di inquinamento dell’aria che oscilla fra basso e modesto a seconda dei periodi, ma le recenti condizioni meteo hanno reso l’aria della città stagnante.
L’inquinamento dell’aria si è intensificato a Shanghai e nelle vicine province da giorni e questo peggioramento viene attribuito al carbone bruciato, ai gas di scarico delle auto e a fattori come il meteo. Pechino, la capitale, ha gravi problemi di smog diverse volte all’anno. E nella città di Harbin, nel nordest della Cina, da alcuni monitoraggi sono risultati livelli di Pm 2,5 fino a mille microgrammi per metro cubo a ottobre, con l’avvio della stagione invernale e l’accensione dei riscaldamenti. Sui social network cinesi gli internauti hanno anche ironizzato su una presunta rivalità fra Shanghai e Pechino, dicendo che il polo finanziario si sta mettendo al passo con la capitale quanto a inquinamento dell’aria.
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