Washington (Usa), 26 ott. (LaPresse/AP) – Il dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato che per la prima volta intende utilizzare contro un terrorista accusato le informazioni raccolte grazie al discusso programma di sorveglianza della National security agency (Nsa). Si tratta del caso di Jamshid Muhtorov, accusato nel 2012 di fornire materiale di sostegno alla ‘Unione della jihad islamica’, un gruppo terroristico uzbeko che, secondo le autorità, si è impegnato contro la Nato e le forze Usa in Afghanistan. E il fatto che il governo Usa intenda usare nel procedimento legale i dati raccolti tramite l’Nsa è scritto nei documenti presentati in tribunale oggi.
Il caso potrebbe preparare il terreno per un test in Corte suprema dell’approccio dell’ammistrazione Obama in merito alla sicurezza nazionale. Finora la Corte ha messo da parte le contestazioni della legge, affermando che le persone che avevano avviato le azioni legali non avessero prove di essere state prese di mira. A febbraio, infatti, la Corte suprema ha respinto con 5 voti contro 4 il tentativo di un gruppo di avvocati, giornalisti e organizzazioni Usa, che avevano fatto ricorso contro l’estensione del 2008 della legge che permetteva di tenere sotto controllo le conversazioni di sospetti terroristi e obiettivi di intelligence.
Ma mentre nella causa sulla quale la Corte si è pronunciata a febbraio ai ricorrenti è stato contestato che non potevano avere prove di essere stati oggetto di controlli della Nsa, nel caso del sospetto terrorista Muhtorov è lo stesso governo, nei documenti presentati in tribunale, a confermare di avere raccolto informazioni sull’accusato tramite i programmi di sorveglianza della National security agency. E a settembre scorso il giudice della Corte suprema Antonin Scalia, che a febbraio aveva votato per respingere il ricorso dei cittadini Usa, ha affermato che i tribunali dovranno determinare la legalità dei programmi di sorveglianza dell’Nsa.
Nei documenti consegnati oggi in tribunale, il dipartimento Usa della Giustizia afferma che intende portare come prove nel caso Muhtorov “le informazioni ottenute o derivate dall’acquisizione di informazioni di intelligence estera realizzate grazie al Foreign Intelligence Surveillance Act del 1978”. Secondo quanto si legge sulle carte, l’Fbi ha compiuto indagini su Muhtorov a causa delle sue comunicazioni con l’amministratore di un sito che lavorava per l’organizzazione ‘Unione della jihad islamica’; precisamente l’Fbi aveva ottenuto comunicazioni via e-mail provenienti da due account usati dal presunto terrorista e dalle sue linee telefoniche. In particolare in una chiamata l’uomo aveva riferito a un collaboratore che il gruppo aveva bisogno di supporto e il collaboratore lo aveva a sua volta avvertito di stare attento a parlare con il fondatore del gruppo uzbeko. Pare inoltre che Muhtorov avesse comunicato via mail con ‘Unione della jihad islamica’ usando parole in codice e dicendo che era “pronto per ogni incarico, anche con il rischio di morire”.
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